Il saggio parte dalla riflessione svolta su un vasto materiale di ricerca realizzato nelle aree di Prato e Firenze raccogliendo le storie di vita di una coorte di quarantacinque-cinquant’enni nell’ambito di una ricerca Murst 40% sui percorsi di mobilità sociale (PRIN 1997). L’analisi si focalizza sui percorsi che, attraverso la ripetizione di pratiche quotidiane portano a definire esistenze che vanno verso un destino di singleness. Si tratta, da un lato, di percorsi di singleness che rimandano più direttamente alle esperienze maturate nel contesto extrafamiliare fortemente influenzato dagli eventi collettivi del ’68; dall’altro a destini solitari che coincidono spesso con l’assunzione di un ruolo di care giver e che rimandano ad eventi che coinvolgono il contesto familiare di origine influenzando i modelli di socialità e la struttura delle reti sociali. Da un punto di vista tematico, l’importanza del contributo risiede nell’attenzione non già alle conseguenze dell’esser single sulle pratiche quotidiane ma, al contrario, nell’influenza che le pratiche quotidiane nel loro stratificarsi hanno nel contribuire a delineare un percorso di singleness.
Bianchi, F., Tonarelli, A. (2003). Destini solitari: le ragioni della singleness tra quotidiano individuale ed eventi collettivi. INCHIESTA, 140, 40-51.
Destini solitari: le ragioni della singleness tra quotidiano individuale ed eventi collettivi
BIANCHI, FRANCESCA;
2003-01-01
Abstract
Il saggio parte dalla riflessione svolta su un vasto materiale di ricerca realizzato nelle aree di Prato e Firenze raccogliendo le storie di vita di una coorte di quarantacinque-cinquant’enni nell’ambito di una ricerca Murst 40% sui percorsi di mobilità sociale (PRIN 1997). L’analisi si focalizza sui percorsi che, attraverso la ripetizione di pratiche quotidiane portano a definire esistenze che vanno verso un destino di singleness. Si tratta, da un lato, di percorsi di singleness che rimandano più direttamente alle esperienze maturate nel contesto extrafamiliare fortemente influenzato dagli eventi collettivi del ’68; dall’altro a destini solitari che coincidono spesso con l’assunzione di un ruolo di care giver e che rimandano ad eventi che coinvolgono il contesto familiare di origine influenzando i modelli di socialità e la struttura delle reti sociali. Da un punto di vista tematico, l’importanza del contributo risiede nell’attenzione non già alle conseguenze dell’esser single sulle pratiche quotidiane ma, al contrario, nell’influenza che le pratiche quotidiane nel loro stratificarsi hanno nel contribuire a delineare un percorso di singleness.File | Dimensione | Formato | |
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