Dando ai figli l’ingiunzione paradossale di portare a termine il delitto nefando che si apprestano a compiere, l’Edipo delle “Phoenissae” si riappropria della primazia del male all’interno della sua casata. Mentre infatti si riconfigura come il mandante di una guerra civile che trova nell’incesto con Giocasta le sue radici archetipiche, l’eroe senecano si autorappresenta come il vero e unico responsabile di ogni atto che i suoi discendenti compiranno. Se però Edipo riesce, attraverso il suo stratagemma sofistico, a superare una situazione iniziale di impotenza che rischiava di farlo diventare inferiore rispetto a dei figli che vedeva come rivali, Giocasta, al contrario, si rivela del tutto priva di mezzi e di espedienti. Non solo infatti non riuscirà a comporre il conflitto tra Eteocle e Polinice, ma addirittura finirà per innescarlo, trasformandosi in una complice inconsapevole del marito/figlio, che – con la morte di Eteocle e Polinice – realizzerà il suo desiderio di vendicare la morte del padre e ritornare alle sue origini, cancellando così – nella sua logica allucinata – ogni segno delle sue colpe.

Li Causi, P. (2009). La paternità del male. Caos parentale e guerra civile nelle Phoenissae di Seneca. ANNALI ONLINE DELL'UNIVERSITÀ DI FERRARA. SEZIONE LETTERE, 4(1), 270-296 [10.15160/1826-803X/187].

La paternità del male. Caos parentale e guerra civile nelle Phoenissae di Seneca

Li Causi, Pietro
2009-01-01

Abstract

Dando ai figli l’ingiunzione paradossale di portare a termine il delitto nefando che si apprestano a compiere, l’Edipo delle “Phoenissae” si riappropria della primazia del male all’interno della sua casata. Mentre infatti si riconfigura come il mandante di una guerra civile che trova nell’incesto con Giocasta le sue radici archetipiche, l’eroe senecano si autorappresenta come il vero e unico responsabile di ogni atto che i suoi discendenti compiranno. Se però Edipo riesce, attraverso il suo stratagemma sofistico, a superare una situazione iniziale di impotenza che rischiava di farlo diventare inferiore rispetto a dei figli che vedeva come rivali, Giocasta, al contrario, si rivela del tutto priva di mezzi e di espedienti. Non solo infatti non riuscirà a comporre il conflitto tra Eteocle e Polinice, ma addirittura finirà per innescarlo, trasformandosi in una complice inconsapevole del marito/figlio, che – con la morte di Eteocle e Polinice – realizzerà il suo desiderio di vendicare la morte del padre e ritornare alle sue origini, cancellando così – nella sua logica allucinata – ogni segno delle sue colpe.
2009
Li Causi, P. (2009). La paternità del male. Caos parentale e guerra civile nelle Phoenissae di Seneca. ANNALI ONLINE DELL'UNIVERSITÀ DI FERRARA. SEZIONE LETTERE, 4(1), 270-296 [10.15160/1826-803X/187].
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11365/1261498