Il fenomeno delle “archeomafie” è una piaga che affligge il mondo intero e che si presenta in una miriade di forme diverse in base al contesto geografico, socio-economico e culturale nel quale si inserisce. Questa rete illecita di acquisizione di reperti archeologici di norma presuppone una discreta strutturazione, che in Molise non ha certo raggiunto il livello di vere e proprie associazioni a delinquere che perpetrano un saccheggio sistematico ai danni del patrimonio archeologico; piuttosto l'archeologia clandestina in Molise sembra rientrare nel “primo stadio”, quello che, individuato dal Comando Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale (ufficio di diretta collaborazione del Ministro per i Beni e le Attività Culturali), si riferisce ad un fenomeno “occasionale”, generalmente ad opera di contadini, appassionati, proprietari di terreni interessati da lavori di edificazione, operanti in forma singola, episodica e non organizzata, che tengono per sé i reperti, o li rivendono, piuttosto che consegnarli alla Soprintendenza competente per territorio. Eppure tale fenomeno, pur non raggiungendo dimensioni allarmanti, non va sottovalutato: proprio una relativa scarsa incidenza del fenomeno in ambito regionale, la cronica mancanza di fondi e di personale della Soprintendenza, unitamente alla mancanza di sensibilizzazione della popolazione, non agevolano la tutela del patrimonio archeologico. Conviene pertanto ricordare quali sono le leggi che regolano la materia e le pene e sanzioni che si applicano in caso di illiceità, allo scopo di favorire la sensibilizzazione della comunità verso tematiche ancora non adeguatamente discusse a livello politico-amministrativo.

Muttillo, B., Lembo, G. (2013). L'archeologia clandestina in Molise. ARCHEOMOLISE, 13, 46-51.

L'archeologia clandestina in Molise

MUTTILLO, Brunella;
2013-01-01

Abstract

Il fenomeno delle “archeomafie” è una piaga che affligge il mondo intero e che si presenta in una miriade di forme diverse in base al contesto geografico, socio-economico e culturale nel quale si inserisce. Questa rete illecita di acquisizione di reperti archeologici di norma presuppone una discreta strutturazione, che in Molise non ha certo raggiunto il livello di vere e proprie associazioni a delinquere che perpetrano un saccheggio sistematico ai danni del patrimonio archeologico; piuttosto l'archeologia clandestina in Molise sembra rientrare nel “primo stadio”, quello che, individuato dal Comando Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale (ufficio di diretta collaborazione del Ministro per i Beni e le Attività Culturali), si riferisce ad un fenomeno “occasionale”, generalmente ad opera di contadini, appassionati, proprietari di terreni interessati da lavori di edificazione, operanti in forma singola, episodica e non organizzata, che tengono per sé i reperti, o li rivendono, piuttosto che consegnarli alla Soprintendenza competente per territorio. Eppure tale fenomeno, pur non raggiungendo dimensioni allarmanti, non va sottovalutato: proprio una relativa scarsa incidenza del fenomeno in ambito regionale, la cronica mancanza di fondi e di personale della Soprintendenza, unitamente alla mancanza di sensibilizzazione della popolazione, non agevolano la tutela del patrimonio archeologico. Conviene pertanto ricordare quali sono le leggi che regolano la materia e le pene e sanzioni che si applicano in caso di illiceità, allo scopo di favorire la sensibilizzazione della comunità verso tematiche ancora non adeguatamente discusse a livello politico-amministrativo.
2013
Muttillo, B., Lembo, G. (2013). L'archeologia clandestina in Molise. ARCHEOMOLISE, 13, 46-51.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11365/1223809