Nell'ottobre 1954 Trieste fu restituita all'Italia, dopo 9 anni di governo angloamericano e un duro conflitto politico e diplomatico con la nuova Jugoslavia di Tito. La "seconda redenzione", dopo quella del 1918, fu accolta in Italia con grandi dimostrazioni pubbliche, poiché la città, nonostante la complessità etnica e culturale della sua storia, era identificata con la memoria della Grande guerra, con i temi della nazione, della patria, dell'italianità. Nel contesto della guerra fredda e della nuova situazione politica dell'Italia repubblicana, l'articolo analizza le rappresentazioni e i linguaggi del mito politico di Trieste e ne studia la loro presenza nella memoria pubblica nazionale. La stampa popolare, i cinegiornali Incom, i telegrammi e le lettere inviati alla Presidenza del Consiglio dei ministri sono fonti che permettono di esplorare alcuni aspetti della ricezione pubblica e privata dell'immagine di Trieste: insieme alla persistenza di fattori sentimentali che nutrono quell'immagine, affiorano anche i segnali di crisi dei miti patriottici, connessi ai mutamenti che l'Italia si preparava a vivere negli anni della "grande trasformazione".
Baioni, M. (2015). Trieste 1954. Echi italiani della "seconda redenzione". MEMORIA E RICERCA(50), 115-137 [10.3280/MER2015-050008].
Trieste 1954. Echi italiani della "seconda redenzione"
BAIONI, MASSIMO
2015-01-01
Abstract
Nell'ottobre 1954 Trieste fu restituita all'Italia, dopo 9 anni di governo angloamericano e un duro conflitto politico e diplomatico con la nuova Jugoslavia di Tito. La "seconda redenzione", dopo quella del 1918, fu accolta in Italia con grandi dimostrazioni pubbliche, poiché la città, nonostante la complessità etnica e culturale della sua storia, era identificata con la memoria della Grande guerra, con i temi della nazione, della patria, dell'italianità. Nel contesto della guerra fredda e della nuova situazione politica dell'Italia repubblicana, l'articolo analizza le rappresentazioni e i linguaggi del mito politico di Trieste e ne studia la loro presenza nella memoria pubblica nazionale. La stampa popolare, i cinegiornali Incom, i telegrammi e le lettere inviati alla Presidenza del Consiglio dei ministri sono fonti che permettono di esplorare alcuni aspetti della ricezione pubblica e privata dell'immagine di Trieste: insieme alla persistenza di fattori sentimentali che nutrono quell'immagine, affiorano anche i segnali di crisi dei miti patriottici, connessi ai mutamenti che l'Italia si preparava a vivere negli anni della "grande trasformazione".File | Dimensione | Formato | |
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