Lo studio della competizione elettorale livornese dall’Unità alla fine dell’800 muove dalle caratteristiche peculiari cittadine (unico grande centro urbano toscano senza un proprio retroterra rurale) e dalla composizione dei 2 Collegi provinciali distribuiti tra la città e l’Isola d’Elba (per alcuni anni inserita nell’ambito grossetano). L’andamento elettorale (corredato di dati e tabelle) muove dalla forte influenza delle vicende risorgimentali e del radicalismo cittadino, in primo luogo con l’elezione di un esponente particolare della Destra storica come Pietro Bastogi e del democratico Francesco Domenico Guerrazzi. Con l’abolizione del porto franco e la crisi del ceto commerciale, tra il 1860 e il 1882 (quando sul piano nazionale si ebbe il temporaneo passaggio dal Collegio uninominale allo scrutinio di lista) si venne compiendo una contrapposizione elettorale tra gli esponenti della nuova borghesia industriale – le cui aspirazioni protezionistiche erano sostenute dalle forze democratiche -, e i settori commerciali e anche finanziari sempre più arroccati «su posizioni conservatrici nel segno della fedeltà alla monarchia». Se all’Elba il settore minerario influenzò sempre più le candidature monarchiche, con il passaggio ai governi della Sinistra storica nel capoluogo la classe “affaristica” avrebbe contribuito decisamente al mutamento economico cittadino, attraverso la famiglia Orlando e i suoi legami con Francesco Crispi, con l’industria cantieristica che nel nuovo secolo trasformò Livorno in centro industriale oltre che portuale mentre gli Orlando dovevano affermarsi anche sul piano politico e elettorale. Le diffuse ascendenze anticlericali, garibaldine, massoniche e democratiche locali, così come il crescere delle maestranze operaie, con l’allargamento del suffragio favorirono in città l’elezione di un deputato democratico già negli anni ’90, finché il Segretario della Camera del Lavoro cittadina, il socialista Carlo Catanzoro, conquistò il seggio all’indomani della crisi di fine secolo.
Cherubini, D. (2002). "Collegi, deputati e lotta politica a Livorno dall'Unità alla fine dell'800". RASSEGNA STORICA TOSCANA, a. 48, n. 1, 175-202.
"Collegi, deputati e lotta politica a Livorno dall'Unità alla fine dell'800"
CHERUBINI, DONATELLA
2002-01-01
Abstract
Lo studio della competizione elettorale livornese dall’Unità alla fine dell’800 muove dalle caratteristiche peculiari cittadine (unico grande centro urbano toscano senza un proprio retroterra rurale) e dalla composizione dei 2 Collegi provinciali distribuiti tra la città e l’Isola d’Elba (per alcuni anni inserita nell’ambito grossetano). L’andamento elettorale (corredato di dati e tabelle) muove dalla forte influenza delle vicende risorgimentali e del radicalismo cittadino, in primo luogo con l’elezione di un esponente particolare della Destra storica come Pietro Bastogi e del democratico Francesco Domenico Guerrazzi. Con l’abolizione del porto franco e la crisi del ceto commerciale, tra il 1860 e il 1882 (quando sul piano nazionale si ebbe il temporaneo passaggio dal Collegio uninominale allo scrutinio di lista) si venne compiendo una contrapposizione elettorale tra gli esponenti della nuova borghesia industriale – le cui aspirazioni protezionistiche erano sostenute dalle forze democratiche -, e i settori commerciali e anche finanziari sempre più arroccati «su posizioni conservatrici nel segno della fedeltà alla monarchia». Se all’Elba il settore minerario influenzò sempre più le candidature monarchiche, con il passaggio ai governi della Sinistra storica nel capoluogo la classe “affaristica” avrebbe contribuito decisamente al mutamento economico cittadino, attraverso la famiglia Orlando e i suoi legami con Francesco Crispi, con l’industria cantieristica che nel nuovo secolo trasformò Livorno in centro industriale oltre che portuale mentre gli Orlando dovevano affermarsi anche sul piano politico e elettorale. Le diffuse ascendenze anticlericali, garibaldine, massoniche e democratiche locali, così come il crescere delle maestranze operaie, con l’allargamento del suffragio favorirono in città l’elezione di un deputato democratico già negli anni ’90, finché il Segretario della Camera del Lavoro cittadina, il socialista Carlo Catanzoro, conquistò il seggio all’indomani della crisi di fine secolo.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/11365/8653