Dal corpo del ballerino classico alla corporeità della danza del Novecento. La ricerca di un "corpo-proprio": Nijinsky, Graham, Cunningham, Bausch. Il senso dei sensi e la nuova coreografia. La rottura in epoca moderna del codice accademico della danza è paragonabile a quella crisi della scrittura classica francese di cui scrive Barthes in "Il grado zero della scrittura". L'esplosione della scrittura classica, la fine del suo modello unico, è causata, scrive Barthes, dalla "pluralità delle scritture moderne, moltiplicatesi da cento anni a questa parte fino al limite del fatto letterario". Nella storia della danza assistiamo ad un fenomeno analogo: da Nijinsky e Duncan sino ad oggi è un proliferare di modi diversi, spesso antitetici, di intendere la danza a partire dalla propria soggettività, dalla propria sensibilità, dal proprio corpo. Come è avvenuto nella storia letteraria così nella storia della danza la ricerca coreutica individuale, autoriale, si è spinta sino ai limiti del "fatto danzato", sino alla pratica e alla teorizzazione di una "non-danza". Ciò è stato possibile grazie ad una rivoluzione copernicana rispetto al modello accademico, una rivoluzione che ha visto il danzatore proporsi individualmente come un' officina vivente del senso della danza. Il moltiplicarsi dei punti di vista in danza, questo moderno politeismo, è un riflesso di ciò che Barthes, riferendosi all'esplosione della scrittura classica, chiama la "grande crisi della Storia totale". La fine del predominio in danza del corpo classico come modello unico produsse la proliferazione di corpi danzanti possibili. In America le pioniere della danza moderna, Duncan, Fuller e Ruth St. Denis, rifiutando di identificarsi in scena con l'immagine della ballerina romantica, inventarono un corpo nuovo. Questo rimodellamento del corpo femminile fu un’operazione creativa e culturale indipendente dal potere maschile e segnò la nascita di una nuova figura artistica e professionale, quella della danzatrice-coreografa.

DI BERNARDI, V. (2010). Body Writing and Corporeity in Twentieth-Century Dance. DEGRÉS, 141, 1-9.

Body Writing and Corporeity in Twentieth-Century Dance

DI BERNARDI, VITO
2010-01-01

Abstract

Dal corpo del ballerino classico alla corporeità della danza del Novecento. La ricerca di un "corpo-proprio": Nijinsky, Graham, Cunningham, Bausch. Il senso dei sensi e la nuova coreografia. La rottura in epoca moderna del codice accademico della danza è paragonabile a quella crisi della scrittura classica francese di cui scrive Barthes in "Il grado zero della scrittura". L'esplosione della scrittura classica, la fine del suo modello unico, è causata, scrive Barthes, dalla "pluralità delle scritture moderne, moltiplicatesi da cento anni a questa parte fino al limite del fatto letterario". Nella storia della danza assistiamo ad un fenomeno analogo: da Nijinsky e Duncan sino ad oggi è un proliferare di modi diversi, spesso antitetici, di intendere la danza a partire dalla propria soggettività, dalla propria sensibilità, dal proprio corpo. Come è avvenuto nella storia letteraria così nella storia della danza la ricerca coreutica individuale, autoriale, si è spinta sino ai limiti del "fatto danzato", sino alla pratica e alla teorizzazione di una "non-danza". Ciò è stato possibile grazie ad una rivoluzione copernicana rispetto al modello accademico, una rivoluzione che ha visto il danzatore proporsi individualmente come un' officina vivente del senso della danza. Il moltiplicarsi dei punti di vista in danza, questo moderno politeismo, è un riflesso di ciò che Barthes, riferendosi all'esplosione della scrittura classica, chiama la "grande crisi della Storia totale". La fine del predominio in danza del corpo classico come modello unico produsse la proliferazione di corpi danzanti possibili. In America le pioniere della danza moderna, Duncan, Fuller e Ruth St. Denis, rifiutando di identificarsi in scena con l'immagine della ballerina romantica, inventarono un corpo nuovo. Questo rimodellamento del corpo femminile fu un’operazione creativa e culturale indipendente dal potere maschile e segnò la nascita di una nuova figura artistica e professionale, quella della danzatrice-coreografa.
2010
DI BERNARDI, V. (2010). Body Writing and Corporeity in Twentieth-Century Dance. DEGRÉS, 141, 1-9.
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