Il lavoro analizza il termine cul(l)iola, presentato da una glossa del CGL come designazione della prostituta, riconnettendolo al termine culleus e al suo diminutivo culliolum (“mallo della noce”). Come avviene nel caso dei nomi di altri involucri di tipo vegetale, il termine potrebbe essere stato usato anche per indicare il ventre femminile, offrendo così una designazione metonimica per la prostituta, parallela ad altre definizioni latine, come scortum o pellicula. L'esistenza di questo modello di rappresentazione lessicale appare confermata dalla presenza di designazioni analoghe in molte delle lingue dell'area indoeuropea.
Mencacci, F. (2007). CGL II. 164.9 e un nome latino della prostituta. ARCHIVIO GLOTTOLOGICO ITALIANO, XCII, 248-259.
CGL II. 164.9 e un nome latino della prostituta
MENCACCI, FRANCESCA
2007-01-01
Abstract
Il lavoro analizza il termine cul(l)iola, presentato da una glossa del CGL come designazione della prostituta, riconnettendolo al termine culleus e al suo diminutivo culliolum (“mallo della noce”). Come avviene nel caso dei nomi di altri involucri di tipo vegetale, il termine potrebbe essere stato usato anche per indicare il ventre femminile, offrendo così una designazione metonimica per la prostituta, parallela ad altre definizioni latine, come scortum o pellicula. L'esistenza di questo modello di rappresentazione lessicale appare confermata dalla presenza di designazioni analoghe in molte delle lingue dell'area indoeuropea.File | Dimensione | Formato | |
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