L'articolo prende in esame la genesi del Prométhée di Gustave Moreau esposto al Salon di Parigi del 1869, concentrandosi in special modo sulle sue fonti visive e letterarie, nella maggior parte dei casi qui per la prima volta proposte e documentate. Una nuova lettura dei documenti del viaggio dell'artista in Italia (il diario, le lettere ai familiari, i taccuini di lavoro) ha consentito una verifica delle sue conoscenze di storia dell'arte e delle opere e degli artisti studiati e riprodotti dal vivo, grazie anche allo spoglio sistematico dei disegni realizzati in Italia conservati nella casa-museo di Parigi. Le proposte così avanzate con riferimento all'identificazione di fonti ben precise in alcuni capolavori visti in Italia (dal Sigillo di Nerone agli affreschi vaticani di Raffaello) definiscono un orizzonte coerente di predilezioni e affinità e gettano nuova luce sull'interpretazione delle poetiche e delle "politiche" di Moreau. Letteratura classica, cultura rinascimentale, filosofia neoplatonica, impegno politico e sentire religioso scandiscono così la preoccupazione di Moreau per il ruolo e la responsabilità dell'artista nella società del suo tempo, fra la fine del Secondo impero, l'armistizio franco-prussiano e la Comune di Parigi. Alla marginalizzazione dell'artista-intellettuale corrisponde la progressiva estraneità della società contemporanea ai modi di produzione dell'arte. The article reconsiders the genesis of Gustave Moreau’s Prométhée exposed at 1869 Paris Salon, focusing especially on its visual and literary sources from Antiquity to Renaissance Art, in most of the cases here proposed and documented for the first time. A new appraisal of the documents regarding the artist's journey to Italy (diary, letters to family, notebooks) aimed to verify his knowledge and understanding of Art History and of the artists and the artworks studied and reproduced in Italy, also thanks to the review of the drawings made in Italy and now conserved in his home-museum in Paris. Proposals to identify specific visual resources in some celebrated masterpiece seen in Italy (from the Sigillo di Nerone to Raphael’s Vatican ceiling frescoes) define a coherent horizon of selections and affinities and clear the interpretation of Moreau's poetics and politics. Classical literature, Renaissance culture, Neo-Platonist philosophy, political commitment and religious feelings accompany his concern for the role and the duty of the artist in his time, between the end of the Second Empire, the Franco-Prussian armistice and the Paris Commune. The marginalization of the artist and the intellectual is the other side of the arising alienation of society from art production processes.

Lacagnina, D. (2013). Memoria e attualità dell'antico nel Promethée di Gustave Moreau. RICERCHE DI STORIA DELL'ARTE, 109, 5-17 [10.7374/73839].

Memoria e attualità dell'antico nel Promethée di Gustave Moreau

LACAGNINA, DAVIDE
2013-01-01

Abstract

L'articolo prende in esame la genesi del Prométhée di Gustave Moreau esposto al Salon di Parigi del 1869, concentrandosi in special modo sulle sue fonti visive e letterarie, nella maggior parte dei casi qui per la prima volta proposte e documentate. Una nuova lettura dei documenti del viaggio dell'artista in Italia (il diario, le lettere ai familiari, i taccuini di lavoro) ha consentito una verifica delle sue conoscenze di storia dell'arte e delle opere e degli artisti studiati e riprodotti dal vivo, grazie anche allo spoglio sistematico dei disegni realizzati in Italia conservati nella casa-museo di Parigi. Le proposte così avanzate con riferimento all'identificazione di fonti ben precise in alcuni capolavori visti in Italia (dal Sigillo di Nerone agli affreschi vaticani di Raffaello) definiscono un orizzonte coerente di predilezioni e affinità e gettano nuova luce sull'interpretazione delle poetiche e delle "politiche" di Moreau. Letteratura classica, cultura rinascimentale, filosofia neoplatonica, impegno politico e sentire religioso scandiscono così la preoccupazione di Moreau per il ruolo e la responsabilità dell'artista nella società del suo tempo, fra la fine del Secondo impero, l'armistizio franco-prussiano e la Comune di Parigi. Alla marginalizzazione dell'artista-intellettuale corrisponde la progressiva estraneità della società contemporanea ai modi di produzione dell'arte. The article reconsiders the genesis of Gustave Moreau’s Prométhée exposed at 1869 Paris Salon, focusing especially on its visual and literary sources from Antiquity to Renaissance Art, in most of the cases here proposed and documented for the first time. A new appraisal of the documents regarding the artist's journey to Italy (diary, letters to family, notebooks) aimed to verify his knowledge and understanding of Art History and of the artists and the artworks studied and reproduced in Italy, also thanks to the review of the drawings made in Italy and now conserved in his home-museum in Paris. Proposals to identify specific visual resources in some celebrated masterpiece seen in Italy (from the Sigillo di Nerone to Raphael’s Vatican ceiling frescoes) define a coherent horizon of selections and affinities and clear the interpretation of Moreau's poetics and politics. Classical literature, Renaissance culture, Neo-Platonist philosophy, political commitment and religious feelings accompany his concern for the role and the duty of the artist in his time, between the end of the Second Empire, the Franco-Prussian armistice and the Paris Commune. The marginalization of the artist and the intellectual is the other side of the arising alienation of society from art production processes.
2013
Lacagnina, D. (2013). Memoria e attualità dell'antico nel Promethée di Gustave Moreau. RICERCHE DI STORIA DELL'ARTE, 109, 5-17 [10.7374/73839].
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