Il saggio getta un nuovo fascio di luce sulla vicenda del Sodoma tra il secondo e il terzo decennio del Cinquecento, quando decisivi furono i suoi ripetuti soggiorni a Roma. Sia sul piano biografico (quantomeno della committenza) sia delle esperienze figurative, fondamentale per il pittore fu in questi anni Raffaello, che rappresentò per il Sodoma un costante punto di riferimento. È questo, tuttavia, un nodo storiografico ancora da chiarire nei suoi vari aspetti, a partire dal ruolo avuto da Raffaello nella progettazione della decorazione della camera nuziale di Agostino Chigi alla Farnesina (la cosiddetta camera di Alessandro e Rossane). Nella prima parte dello studio l’attenzione è concentrata appunto su questo ciclo di affreschi: ne è esaminato il programma iconografico, è tratteggiato il milieu culturale in cui prese vita ed identificato il possibile ideatore, mentre grazie a nuovi materiali grafici emerge confermata l’ipotesi della responsabilità progettuale di Raffaello nelle fasi iniziali della commissione, prima - cioè - che questa fosse trasferita al Sodoma.Tale esperienza romana del pittore vercellese, che nuove riflessioni portano a circoscrivere agli anni 1516-17, mostra la grande parte avuta di Raffaello nello sviluppo della pittura del Sodoma; un ascendente che si precisò e si arricchì ulteriormente nel corso di un successivo trasferimento del Sodoma a Roma all’aprirsi degli anni venti, rivelato da inediti documenti presentati in questa sede. L’autore può così ridefinire uno dei tratti finora più oscuri nella carriera del pittore vercellese: un momento che in realtà fu decisivo, anche perché innervato da esperienze che costituirono la premessa per le sue opere più celebrate già a partire dal Cinquecento, quelle realizzate a Siena a partire dal 1524-25. Il discorso ambientato nella Roma dei primi anni venti si conclude - continuando l’indagine sull’entourage dei Chigi - con un tentativo di revisione degli estremi e della natura del soggiorno romano di Girolamo Genga, il quale - al pari del Sodoma - intrecciò sicure, per quanto finora trascurate, relazioni con Sigismondo Chigi. // This paper casts new light on the work of Sodoma between the second and the third decade of the 1500s, at the time of the latter's repeated visits to Rome. At this time Raphael, who for Sodoma was a constant source of inspiration, was fondamentale for the painter both on the biographical level (at least of the patronage), and as regards his figurative style. It is an historiographical topic that still needs to be clarified completely, starting with Raphael's role in the planning of the decoration of Agostino Chigi's wedding chamber at the Farnesina (the so-called Room of Alexander and Roxane). In the first part of the study attention is focused on this cycle of frescoes: its iconographic programme is examined, the cultural milieu from which it emerge is outlined and its possible creator is identified, while thanks to new graphic material the hypothesis of Raphael's planning in the initial phases of the commission is confirmed, that is, before it was passed on to Sodoma. The latter's time in Rome, which new reflections pinpoint to the years 1516-17, shows the significant part played by Raphael in the development of Sodoma's painting; an influence that became clear and was further enriched in the course of a subsequent move to Rome by Sodoma at the beginning of the 1520s and revealed by unpublished documents presented here. The author is thus able to redefine what was hitherto been one of the most obscure periods in the career of the painter from Vercelli: a time that was in fact decisive since it was animated by experiences that heralded his most celebrated works already from the 16th century, those produced in Siena from 1524-25. The part relating to Rome in the early 1520s ends - continuing the analysis of the Chigi's family entourage - with an attempted revision of the details and nature of the sojourn in Rome of Girolamo Genga who, like Sodoma, entertained certain, although previously unstudied, relations with Sigismondo Chigi.
Bartalini, R. (2014). Sulla camera di Alessandro e Rossane alla Farnesina e sui soggiorno romani del Sodoma (con una nota su Girolamo Genga a Roma e le sue relazioni con i Chigi). PROSPETTIVA, 153-154, 39-73.
Sulla camera di Alessandro e Rossane alla Farnesina e sui soggiorno romani del Sodoma (con una nota su Girolamo Genga a Roma e le sue relazioni con i Chigi)
BARTALINI, ROBERTO
2014-01-01
Abstract
Il saggio getta un nuovo fascio di luce sulla vicenda del Sodoma tra il secondo e il terzo decennio del Cinquecento, quando decisivi furono i suoi ripetuti soggiorni a Roma. Sia sul piano biografico (quantomeno della committenza) sia delle esperienze figurative, fondamentale per il pittore fu in questi anni Raffaello, che rappresentò per il Sodoma un costante punto di riferimento. È questo, tuttavia, un nodo storiografico ancora da chiarire nei suoi vari aspetti, a partire dal ruolo avuto da Raffaello nella progettazione della decorazione della camera nuziale di Agostino Chigi alla Farnesina (la cosiddetta camera di Alessandro e Rossane). Nella prima parte dello studio l’attenzione è concentrata appunto su questo ciclo di affreschi: ne è esaminato il programma iconografico, è tratteggiato il milieu culturale in cui prese vita ed identificato il possibile ideatore, mentre grazie a nuovi materiali grafici emerge confermata l’ipotesi della responsabilità progettuale di Raffaello nelle fasi iniziali della commissione, prima - cioè - che questa fosse trasferita al Sodoma.Tale esperienza romana del pittore vercellese, che nuove riflessioni portano a circoscrivere agli anni 1516-17, mostra la grande parte avuta di Raffaello nello sviluppo della pittura del Sodoma; un ascendente che si precisò e si arricchì ulteriormente nel corso di un successivo trasferimento del Sodoma a Roma all’aprirsi degli anni venti, rivelato da inediti documenti presentati in questa sede. L’autore può così ridefinire uno dei tratti finora più oscuri nella carriera del pittore vercellese: un momento che in realtà fu decisivo, anche perché innervato da esperienze che costituirono la premessa per le sue opere più celebrate già a partire dal Cinquecento, quelle realizzate a Siena a partire dal 1524-25. Il discorso ambientato nella Roma dei primi anni venti si conclude - continuando l’indagine sull’entourage dei Chigi - con un tentativo di revisione degli estremi e della natura del soggiorno romano di Girolamo Genga, il quale - al pari del Sodoma - intrecciò sicure, per quanto finora trascurate, relazioni con Sigismondo Chigi. // This paper casts new light on the work of Sodoma between the second and the third decade of the 1500s, at the time of the latter's repeated visits to Rome. At this time Raphael, who for Sodoma was a constant source of inspiration, was fondamentale for the painter both on the biographical level (at least of the patronage), and as regards his figurative style. It is an historiographical topic that still needs to be clarified completely, starting with Raphael's role in the planning of the decoration of Agostino Chigi's wedding chamber at the Farnesina (the so-called Room of Alexander and Roxane). In the first part of the study attention is focused on this cycle of frescoes: its iconographic programme is examined, the cultural milieu from which it emerge is outlined and its possible creator is identified, while thanks to new graphic material the hypothesis of Raphael's planning in the initial phases of the commission is confirmed, that is, before it was passed on to Sodoma. The latter's time in Rome, which new reflections pinpoint to the years 1516-17, shows the significant part played by Raphael in the development of Sodoma's painting; an influence that became clear and was further enriched in the course of a subsequent move to Rome by Sodoma at the beginning of the 1520s and revealed by unpublished documents presented here. The author is thus able to redefine what was hitherto been one of the most obscure periods in the career of the painter from Vercelli: a time that was in fact decisive since it was animated by experiences that heralded his most celebrated works already from the 16th century, those produced in Siena from 1524-25. The part relating to Rome in the early 1520s ends - continuing the analysis of the Chigi's family entourage - with an attempted revision of the details and nature of the sojourn in Rome of Girolamo Genga who, like Sodoma, entertained certain, although previously unstudied, relations with Sigismondo Chigi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/11365/48588
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