Per la prima volta si prendono in esame in modo sistematico alcune “gallerie familiari”, ovvero cicli di statue o di ritratti accompagnati dalla documentazione epigrafica, che rivela i rapporti intercorrenti tra gli individui rappresentati. Tali gallerie sono state in non pochi casi realizzate nell’ambito di un edificio di carattere pubblico, donato da un privato a suoi concittadini, in cui il ciclo di statue-ritratto viene a costituire una sorta di albero genealogico, mirando ad esaltare, accanto al donatore, la famiglia d’appartenenza. Tale fenomeno si presenta relativamente diffuso nei centri dell’Italia romana, che costituiscono osservatorio privilegiato sia per la relativa prossimità a Roma, sia perché luoghi di un’élite dai frequenti rapporti con l’Urbe: i Nonii e i Mammii a Herculanum, i Minei a Paestum, i Rutilii e i Velineii a Tusculum, i Caltilii a Ostia, i Bassi a Rusellae. Nessun ”insieme” di statue/ritratti e apparato epigrafico è completo, ma per i cicli più consistenti è talvolta possibile ricostruire la collocazione delle statue-ritratto in relazione al rapporto parentale rispetto al protagonista, punto focale del gruppo familiare . Nei gruppi statuari familiari l’apporto della documentazione epigrafica suggerisce un disporsi spaziale dei personaggi nella modalità seguita nel corteo che accompagnava il defunto nello svolgersi del funerale aristocratico: più vicine rispetto al personaggio più importante eventualmente fratelli e sorelle, poi i genitori, a seguire zii paterni e materni per giungere ai nonni, secondo una gerarchia di tipo genealogico e cronologico, in connessioni agnatizie e talvolta cognatizie.

Granino, M.G. (2012). Gallerie familiari: tra archeologia, epigrafia e antropologia. ARCHEOLOGIA CLASSICA, 63, 345-379.

Gallerie familiari: tra archeologia, epigrafia e antropologia

GRANINO, MARIA GRAZIA
2012-01-01

Abstract

Per la prima volta si prendono in esame in modo sistematico alcune “gallerie familiari”, ovvero cicli di statue o di ritratti accompagnati dalla documentazione epigrafica, che rivela i rapporti intercorrenti tra gli individui rappresentati. Tali gallerie sono state in non pochi casi realizzate nell’ambito di un edificio di carattere pubblico, donato da un privato a suoi concittadini, in cui il ciclo di statue-ritratto viene a costituire una sorta di albero genealogico, mirando ad esaltare, accanto al donatore, la famiglia d’appartenenza. Tale fenomeno si presenta relativamente diffuso nei centri dell’Italia romana, che costituiscono osservatorio privilegiato sia per la relativa prossimità a Roma, sia perché luoghi di un’élite dai frequenti rapporti con l’Urbe: i Nonii e i Mammii a Herculanum, i Minei a Paestum, i Rutilii e i Velineii a Tusculum, i Caltilii a Ostia, i Bassi a Rusellae. Nessun ”insieme” di statue/ritratti e apparato epigrafico è completo, ma per i cicli più consistenti è talvolta possibile ricostruire la collocazione delle statue-ritratto in relazione al rapporto parentale rispetto al protagonista, punto focale del gruppo familiare . Nei gruppi statuari familiari l’apporto della documentazione epigrafica suggerisce un disporsi spaziale dei personaggi nella modalità seguita nel corteo che accompagnava il defunto nello svolgersi del funerale aristocratico: più vicine rispetto al personaggio più importante eventualmente fratelli e sorelle, poi i genitori, a seguire zii paterni e materni per giungere ai nonni, secondo una gerarchia di tipo genealogico e cronologico, in connessioni agnatizie e talvolta cognatizie.
2012
Granino, M.G. (2012). Gallerie familiari: tra archeologia, epigrafia e antropologia. ARCHEOLOGIA CLASSICA, 63, 345-379.
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