Il saggio partendo da un fatto di cronaca eccezionale, perché innestato su un altro fatto di cronaca, riflette sull’utilizzo giudiziario delle categorie lombrosiane. La mattina del 30 agosto 1905 il celebre avvocato Alessandro Bianchi difende davanti al tribunale di Perugia il tenente Modugno accusato dell’omicidio della moglie. Alle 13, 30 appena rincasato, durante l’eclissi solare, viene ucciso. Il colpevole viene subito individuato nella persona di Guido Casale, promesso sposo di una donna Guglielma Ranaldi già legata sentimentalmente all’anziano avvocato. Dopo la condanna, il P.M. Guido Guidi racconta l’intera vicenda umana esistenziale della vittima e del carnefice, ricostruendo il tratto psicologico di Guido Casale nel solco della “vanità come fattore di delinquenza”, richiamandosi all’autorità di Lombroso. Il saggio evidenzia così la grandezza dell’intuizione sociologica di Lombroso sulla società dell’apparire e i limiti in termini di garanzie difensive. L’assassino viene infatti esposto nella gabbia costruita da Lombroso insieme agli altri protagonisti della vicenda di cui vengono descritte tutte le umane miserie.

Passaniti, P. (2013). "La vanità come fattore di delinquenza". Le verità lombrosiane nella morte di un principe del foro perugino in un giorno di eclissse. BOLLETTINO DELLA DEPUTAZIONE DI STORIA PATRIA PER L'UMBRIA, Vol. CX tomo II(1-2), 477-488.

"La vanità come fattore di delinquenza". Le verità lombrosiane nella morte di un principe del foro perugino in un giorno di eclissse

PASSANITI, PAOLO
2013-01-01

Abstract

Il saggio partendo da un fatto di cronaca eccezionale, perché innestato su un altro fatto di cronaca, riflette sull’utilizzo giudiziario delle categorie lombrosiane. La mattina del 30 agosto 1905 il celebre avvocato Alessandro Bianchi difende davanti al tribunale di Perugia il tenente Modugno accusato dell’omicidio della moglie. Alle 13, 30 appena rincasato, durante l’eclissi solare, viene ucciso. Il colpevole viene subito individuato nella persona di Guido Casale, promesso sposo di una donna Guglielma Ranaldi già legata sentimentalmente all’anziano avvocato. Dopo la condanna, il P.M. Guido Guidi racconta l’intera vicenda umana esistenziale della vittima e del carnefice, ricostruendo il tratto psicologico di Guido Casale nel solco della “vanità come fattore di delinquenza”, richiamandosi all’autorità di Lombroso. Il saggio evidenzia così la grandezza dell’intuizione sociologica di Lombroso sulla società dell’apparire e i limiti in termini di garanzie difensive. L’assassino viene infatti esposto nella gabbia costruita da Lombroso insieme agli altri protagonisti della vicenda di cui vengono descritte tutte le umane miserie.
2013
Passaniti, P. (2013). "La vanità come fattore di delinquenza". Le verità lombrosiane nella morte di un principe del foro perugino in un giorno di eclissse. BOLLETTINO DELLA DEPUTAZIONE DI STORIA PATRIA PER L'UMBRIA, Vol. CX tomo II(1-2), 477-488.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11365/42030