L'Associazione per la Difesa dell'Isola di Pianosa ha seguito ogni passo degli accadimenti recenti che hanno riguardato l'isola. Contemporaneamente all'istituzione del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano è intervenuta nel tentativo di compensare alcune carenze che riguardavano l'integrazione di Pianosa nello sviluppo del Parco. Inizialmente, nel 1996, Pianosa era esclusa dai programmi perchè considerata esclusivamente come carcere, una esclusione che è alla radice della drammatica situazione attuale. Il carcere chiuse nel 1998 e Pianosa piombò nel vuoto più profondo. L'Associazione percepì in anticipo questo dramma e propose a tutte le istituzioni un progetto (dettagliato e scritto) di riconversione dell'isola, che doveva abbandonare la sua vocazione carceraria ed acquisirne una naturalistico-ambientale. Un passaggio che avrebbe dovuto realizzarsi gradualmente, con il carcere in attività e con l'Amministrazione Penitenziaria che progressivamente lasciava la gestione e spazi sempre più ampi al Parco. Così non fu. L'Amministrazione Penitenziaria abbandonò l'isola, mantenendone la concessione demaniale (in pratica la proprietà), impedendo, di fatto, che altre attività stanziali si instaurassero al suo posto. Dopo oltre 10 anni, nonostante i numerosi cambiamenti ai vertici degli enti locali e nazionali, anche nel "colore politico", la situazione non è cambiata, a testimonianza di un male istituzionale ormai cronicizzato. E' molto difficile uscire da questo enpasse. Un vuoto nel quale ogni tanto trovano posto idee "malsane" quali la riapertura di un carcere duro per reati di mafia in regime di 41 bis (nel quadro delle nuove leggi sulla sicurezza), oppure l'installazione di un impianto atomico per la produzione di energia elettrica (nel quadro della nuova apertura al nucleare). In barba a qualsiasi valore ambientale rappresentato, per altro, dalla presenza sul territorio di un parco naturale nazionale. Unica via di "guarigione" è quella di una rinvigorita volontà e di nuovo interesse politico. Secondo l'Associazione, unico futuro possibile per Pianosa è quello di essere parco a tutti gli effetti. Un'area visitabile a terra e a mare, che non perda le caratteristiche acquisite in passato, e che riesca a trasmettere sensazioni intense, derivate da una natura libera e da una storia antica e recente che avvolge tutto con il suo fascino. Per raggiungere questo obiettivo i visitatori devono essere messi in condizione di sentire Pianosa dentro di loro, devono viverla, assorbirla lentamente.
Contiero, A., Foresi, F., Foresi, L.M., Mazzei Braschi, G., Olschki, A., Notarbartolo di Sciara, P., et al. (2011). Un progetto per l'Isola di Pianosa. ETRURIANATURA, 8, 78-94.
Un progetto per l'Isola di Pianosa
FORESI, LUCA MARIA;
2011-01-01
Abstract
L'Associazione per la Difesa dell'Isola di Pianosa ha seguito ogni passo degli accadimenti recenti che hanno riguardato l'isola. Contemporaneamente all'istituzione del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano è intervenuta nel tentativo di compensare alcune carenze che riguardavano l'integrazione di Pianosa nello sviluppo del Parco. Inizialmente, nel 1996, Pianosa era esclusa dai programmi perchè considerata esclusivamente come carcere, una esclusione che è alla radice della drammatica situazione attuale. Il carcere chiuse nel 1998 e Pianosa piombò nel vuoto più profondo. L'Associazione percepì in anticipo questo dramma e propose a tutte le istituzioni un progetto (dettagliato e scritto) di riconversione dell'isola, che doveva abbandonare la sua vocazione carceraria ed acquisirne una naturalistico-ambientale. Un passaggio che avrebbe dovuto realizzarsi gradualmente, con il carcere in attività e con l'Amministrazione Penitenziaria che progressivamente lasciava la gestione e spazi sempre più ampi al Parco. Così non fu. L'Amministrazione Penitenziaria abbandonò l'isola, mantenendone la concessione demaniale (in pratica la proprietà), impedendo, di fatto, che altre attività stanziali si instaurassero al suo posto. Dopo oltre 10 anni, nonostante i numerosi cambiamenti ai vertici degli enti locali e nazionali, anche nel "colore politico", la situazione non è cambiata, a testimonianza di un male istituzionale ormai cronicizzato. E' molto difficile uscire da questo enpasse. Un vuoto nel quale ogni tanto trovano posto idee "malsane" quali la riapertura di un carcere duro per reati di mafia in regime di 41 bis (nel quadro delle nuove leggi sulla sicurezza), oppure l'installazione di un impianto atomico per la produzione di energia elettrica (nel quadro della nuova apertura al nucleare). In barba a qualsiasi valore ambientale rappresentato, per altro, dalla presenza sul territorio di un parco naturale nazionale. Unica via di "guarigione" è quella di una rinvigorita volontà e di nuovo interesse politico. Secondo l'Associazione, unico futuro possibile per Pianosa è quello di essere parco a tutti gli effetti. Un'area visitabile a terra e a mare, che non perda le caratteristiche acquisite in passato, e che riesca a trasmettere sensazioni intense, derivate da una natura libera e da una storia antica e recente che avvolge tutto con il suo fascino. Per raggiungere questo obiettivo i visitatori devono essere messi in condizione di sentire Pianosa dentro di loro, devono viverla, assorbirla lentamente.File | Dimensione | Formato | |
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