Partendo dal concetto di sublime in Occidente e di sublime (samvega) in Oriente si giunge, dopo un itere estetico-filosofico-linguistico, a tentare di svelare il segreto intimo e ineffabile di quel legame, unico e indissolubile, che giace al fondo della "mente", e dell' "immaginazione creativa", di quel "mundus imaginalis" che fa, paradossalmente, di "esibito" (presentabile) e di "non presentabile" (limite di fronte a cui si arresta il presentabile), di umano e divino, di mortale e immortale, di Io e Sé, di manifestato e non-manifestato, una sola cosa, come "due uccelli inseparabilmente uniti".
Solitario, F. (2012). Il Sublime paradosso dei due uccelli inseparabilmente uniti ovvero Il sublime tra l'«"indicibile", l'"impresentabile"» e la «"presenza" esibita». ARKETE, 1(1), 63-88.
Il Sublime paradosso dei due uccelli inseparabilmente uniti ovvero Il sublime tra l'«"indicibile", l'"impresentabile"» e la «"presenza" esibita».
SOLITARIO, FRANCESCO
2012-01-01
Abstract
Partendo dal concetto di sublime in Occidente e di sublime (samvega) in Oriente si giunge, dopo un itere estetico-filosofico-linguistico, a tentare di svelare il segreto intimo e ineffabile di quel legame, unico e indissolubile, che giace al fondo della "mente", e dell' "immaginazione creativa", di quel "mundus imaginalis" che fa, paradossalmente, di "esibito" (presentabile) e di "non presentabile" (limite di fronte a cui si arresta il presentabile), di umano e divino, di mortale e immortale, di Io e Sé, di manifestato e non-manifestato, una sola cosa, come "due uccelli inseparabilmente uniti".I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/11365/39318
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