In tutte le società sviluppate del mondo occidentale stanno aumentando i fenomeni di vulnerabilità sociale e con l'aggravarsi della crisi economica degli ultimi anni assistiamo alla diffusione anche tra la popolazione tradizionalmente protetta e garantita del rischio di trovarsi coinvolti in situazioni di vera e propria esclusione sociale. La scarsità di risorse ha ridimensionato la capacità del sistema di welfare di far fronte al peggioramento delle condizioni di vita e all'impoverimento di quote crescenti di famiglie. Tutto ciò è aggravato dal fatto che, come mostrano tutta una serie di studi empirici, il peggioramento delle condizioni materiali è accompagnato dal declino delle relazioni: gli indicatori utilizzati parlano di un aumento della solitudine, delle difficoltà comunicative, della paura e della diffidenza crescente, del senso di isolamento, dell’instabilità della famiglia e delle fratture generazionali, di una diminuzione della solidarietà e dell’onestà, del peggioramento del clima sociale. La politica dei governi nazionali, come quella dell'Unione Europea e delle altre istituzioni economiche internazionali, cerca di far fronte a queste emergenze attuando misure finalizzate a rilanciare la crescita economica nella speranza di riuscire di nuovo a finanziare lo stato sociale. In attesa che tali politiche possano effettivamente mifestare i loro effetti benefici, il paper analizza se e come la teoria della decrescita possa offrire un contributo nella lotta alla vulnerabilità sociale. La decrescita, infatti, non significa "crescita negativa" ma esprime un'idea di benessere diverso rispetto a quello a cui oggi facciamo riferimento: realizzare la decrescita significa, in altri termini, rinunciare all’immaginario economico, ovverosia alla credenza che di più è uguale a meglio.

Berti, F. (2012). La decrescita può dare un contributo nella lotta all’esclusione sociale?. CAMBIO, 3, 189-201.

La decrescita può dare un contributo nella lotta all’esclusione sociale?

BERTI, FABIO
2012-01-01

Abstract

In tutte le società sviluppate del mondo occidentale stanno aumentando i fenomeni di vulnerabilità sociale e con l'aggravarsi della crisi economica degli ultimi anni assistiamo alla diffusione anche tra la popolazione tradizionalmente protetta e garantita del rischio di trovarsi coinvolti in situazioni di vera e propria esclusione sociale. La scarsità di risorse ha ridimensionato la capacità del sistema di welfare di far fronte al peggioramento delle condizioni di vita e all'impoverimento di quote crescenti di famiglie. Tutto ciò è aggravato dal fatto che, come mostrano tutta una serie di studi empirici, il peggioramento delle condizioni materiali è accompagnato dal declino delle relazioni: gli indicatori utilizzati parlano di un aumento della solitudine, delle difficoltà comunicative, della paura e della diffidenza crescente, del senso di isolamento, dell’instabilità della famiglia e delle fratture generazionali, di una diminuzione della solidarietà e dell’onestà, del peggioramento del clima sociale. La politica dei governi nazionali, come quella dell'Unione Europea e delle altre istituzioni economiche internazionali, cerca di far fronte a queste emergenze attuando misure finalizzate a rilanciare la crescita economica nella speranza di riuscire di nuovo a finanziare lo stato sociale. In attesa che tali politiche possano effettivamente mifestare i loro effetti benefici, il paper analizza se e come la teoria della decrescita possa offrire un contributo nella lotta alla vulnerabilità sociale. La decrescita, infatti, non significa "crescita negativa" ma esprime un'idea di benessere diverso rispetto a quello a cui oggi facciamo riferimento: realizzare la decrescita significa, in altri termini, rinunciare all’immaginario economico, ovverosia alla credenza che di più è uguale a meglio.
2012
Berti, F. (2012). La decrescita può dare un contributo nella lotta all’esclusione sociale?. CAMBIO, 3, 189-201.
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