Nella pianificazione di un bacino idrografico risultano di crescente importanza, in un' ottica di prevenzione dalle piene, ricerche di dettaglio sulle piogge eccezionali, sia per quelle di notevole intensità e breve durata che per quelle di più giorni consecutivi; in questa tematica, possono essere adottate metodologie atte alla stima delle precipitazioni critiche, ragguagliate a qualunque porzione di territorio, in rapporto a qualsiasi combinazione di durata e tempo di ritorno. La valutazione e la previsione delle portate di massima piena vengono spesso effettuate, in mancanza di dati idrometrografici, con l'ausilio di formule empiriche che non sembrano sempre offrire un sufficiente grado di attendibilità, in quanto non tengono nel debito conto i principali parametri che incidono sul deflusso in relazione a particolari eventi meteorici. Una soluzione al problema, in condizioni critiche, scaturisce dall'applicazione di un criterio di determinazione (di tipo «razionale») basato sui tempi di corrivazione e sulle precipitazioni massime corrispondenti: in generale; ciò consente di stimare, per ogni asta fluviale ed in qualsiasi sezione del corso d'acqua, le massime portate di piena in modo da commisurare ad esse i più adeguati interventi di difesa. Allo scopo di definire l'efficacia delle azioni di difesa attiva (che sono costituite soprattutto da una coerente regolamentazione dell'uso del suolo) rispetto alle opere di difesa passiva, è di notevole interesse conoscere l'influenza delle varie componenti fisiche di un territorio sul relativo deflusso superficiale: tra queste la copertura vegetale, dato che essa risulta il para-metro soggetto alla maggiore variabilità temporale. Indagini sui rapporti tra la rilevanza areale delle varie tipologie di uso del suolo e gli eventi di piena probabili hanno consentito di individuare una metodologia, fondata sulla stima del coefficiente di deflusso su basi fisiografiche, che permette di progettare configurazioni di regimazione delle piene agendo sulla ripartizione quali-quantitativa dell'uso del suolo. Le suddette metodologie vengono presentate con riferimento ad esempi applicativi relativi a vari bacini idrografici della Toscana meridionale.
Barazzuoli, P., Rigati, R., Salleolini, M. (2002). La previsione degli eventi idrologici critici nella difesa dalle piene fluviali: aspetti metodologici ed esempi applicativi. QUADERNI DI GEOLOGIA APPLICATA, 1, 75-93.
La previsione degli eventi idrologici critici nella difesa dalle piene fluviali: aspetti metodologici ed esempi applicativi
BARAZZUOLI, PIERO;RIGATI, ROBERTO;SALLEOLINI, MASSIMO
2002-01-01
Abstract
Nella pianificazione di un bacino idrografico risultano di crescente importanza, in un' ottica di prevenzione dalle piene, ricerche di dettaglio sulle piogge eccezionali, sia per quelle di notevole intensità e breve durata che per quelle di più giorni consecutivi; in questa tematica, possono essere adottate metodologie atte alla stima delle precipitazioni critiche, ragguagliate a qualunque porzione di territorio, in rapporto a qualsiasi combinazione di durata e tempo di ritorno. La valutazione e la previsione delle portate di massima piena vengono spesso effettuate, in mancanza di dati idrometrografici, con l'ausilio di formule empiriche che non sembrano sempre offrire un sufficiente grado di attendibilità, in quanto non tengono nel debito conto i principali parametri che incidono sul deflusso in relazione a particolari eventi meteorici. Una soluzione al problema, in condizioni critiche, scaturisce dall'applicazione di un criterio di determinazione (di tipo «razionale») basato sui tempi di corrivazione e sulle precipitazioni massime corrispondenti: in generale; ciò consente di stimare, per ogni asta fluviale ed in qualsiasi sezione del corso d'acqua, le massime portate di piena in modo da commisurare ad esse i più adeguati interventi di difesa. Allo scopo di definire l'efficacia delle azioni di difesa attiva (che sono costituite soprattutto da una coerente regolamentazione dell'uso del suolo) rispetto alle opere di difesa passiva, è di notevole interesse conoscere l'influenza delle varie componenti fisiche di un territorio sul relativo deflusso superficiale: tra queste la copertura vegetale, dato che essa risulta il para-metro soggetto alla maggiore variabilità temporale. Indagini sui rapporti tra la rilevanza areale delle varie tipologie di uso del suolo e gli eventi di piena probabili hanno consentito di individuare una metodologia, fondata sulla stima del coefficiente di deflusso su basi fisiografiche, che permette di progettare configurazioni di regimazione delle piene agendo sulla ripartizione quali-quantitativa dell'uso del suolo. Le suddette metodologie vengono presentate con riferimento ad esempi applicativi relativi a vari bacini idrografici della Toscana meridionale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/11365/2928
Attenzione
Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo