Questo articolo riporta i risultati di uno studio idrogeologico preliminare effettuato nella Toscana centro meridionale, in una porzione della Provincia di Siena. Lo studio si è reso necessario in quanto l’acquifero presente (denominato Luco) è considerato di importanza strategica ai fini idropotabili ed è attualmente sfruttato con un prelievo di circa 8÷10·106 m3/a. A tal fine sono state analizzate ed interpretate varie tipologie di dati (stratigrafie, sondaggi, S.E.V., campagne piezometriche, dati idrodinamici e alcuni dati idrogeochimici), che hanno permesso l’elaborazione di cartografie tematiche: isopiezometriche, isobate e isoconduttive. L’acquifero, che è ospitato all’interno della Formazione della Breccia di Grotti (Miocene), presenta uno spessore saturo medio di circa 95 m e un volume di circa 5.8·109 m3. Attribuendo una porosità efficace del 5÷10% si può stimare che nell’acquifero si trovi immagazzinato un volume d’acqua pari a circa 350÷700·106 m3. I risultati hanno consentito di definire un primo modello concettuale dell’acquifero e una stima della risorsa rinnovabile pari a 27,6·106 m3/a. Allo stesso tempo, hanno evidenziato la necessità di incrementare i punti d’acqua per definire più accuratamente l’andamento della superficie piezometrica, nonché ulteriori valutazioni idrodinamice ed una migliore conoscenza stratigrafica nelle zone ancora poco indagate dell’acquifero soprattutto nella parte sud ed ai suoi limiti.
Barazzuoli, P., Capacci, F., Migliorini, J. (2008). Studio idrogeologico dell'acquifero del Luco (Toscana, Italy). GIORNALE DI GEOLOGIA APPLICATA, 8(1), 29-39.
Studio idrogeologico dell'acquifero del Luco (Toscana, Italy)
BARAZZUOLI, PIERO;CAPACCI, FAUSTO;MIGLIORINI, JENNY
2008-01-01
Abstract
Questo articolo riporta i risultati di uno studio idrogeologico preliminare effettuato nella Toscana centro meridionale, in una porzione della Provincia di Siena. Lo studio si è reso necessario in quanto l’acquifero presente (denominato Luco) è considerato di importanza strategica ai fini idropotabili ed è attualmente sfruttato con un prelievo di circa 8÷10·106 m3/a. A tal fine sono state analizzate ed interpretate varie tipologie di dati (stratigrafie, sondaggi, S.E.V., campagne piezometriche, dati idrodinamici e alcuni dati idrogeochimici), che hanno permesso l’elaborazione di cartografie tematiche: isopiezometriche, isobate e isoconduttive. L’acquifero, che è ospitato all’interno della Formazione della Breccia di Grotti (Miocene), presenta uno spessore saturo medio di circa 95 m e un volume di circa 5.8·109 m3. Attribuendo una porosità efficace del 5÷10% si può stimare che nell’acquifero si trovi immagazzinato un volume d’acqua pari a circa 350÷700·106 m3. I risultati hanno consentito di definire un primo modello concettuale dell’acquifero e una stima della risorsa rinnovabile pari a 27,6·106 m3/a. Allo stesso tempo, hanno evidenziato la necessità di incrementare i punti d’acqua per definire più accuratamente l’andamento della superficie piezometrica, nonché ulteriori valutazioni idrodinamice ed una migliore conoscenza stratigrafica nelle zone ancora poco indagate dell’acquifero soprattutto nella parte sud ed ai suoi limiti.File | Dimensione | Formato | |
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