I manuali scolastici attualmente in uso nella scuola secondaria di primo grado per lo studio dell’italiano come L1 antologizzano numerosi brani narrativi e opere poetiche in traduzione dall’inglese. Un’indagine condotta sulle tre antologie più diffuse nelle scuole italiane rivela un trattamento superficiale e disinvolto dei testi tradotti, che molto spesso sono adattati e ridotti, e che nella maggior parte dei casi sono riportati in italiano senza l’indicazione della lingua di partenza, né del nome del traduttore o della traduttrice. È probabile che il ricorso a opere letterarie tradotte dall’inglese per l’insegnamento dell’italiano non corrisponda a un particolare intento educativo ma altro non sia che un riflesso di quella globalizzazione del mercato editoriale che ha portato a un predominio crescente dell’inglese. Tuttavia, indipendentemente dalle intenzioni di chi produce i libri e di chi li sceglie, occorre indagare le possibili conseguenze del ricorso a questi strumenti dal punto di vista educativo, soprattutto per quel che riguarda lo sviluppo dell’apprezzamento della diversità culturale e dell’interesse e la curiosità per lingue diverse e per la comunicazione interculturale.
Giusti, S., Nocentini, V. (2024). L’invisibilità della traduzione: la letteratura anglosassone nei libri di testo di italiano. DIDATTICA DELL'ITALIANO(4), 31-45 [10.33683/didit.24.04.02].
L’invisibilità della traduzione: la letteratura anglosassone nei libri di testo di italiano
Simone Giusti
;Viola Nocentini
2024-01-01
Abstract
I manuali scolastici attualmente in uso nella scuola secondaria di primo grado per lo studio dell’italiano come L1 antologizzano numerosi brani narrativi e opere poetiche in traduzione dall’inglese. Un’indagine condotta sulle tre antologie più diffuse nelle scuole italiane rivela un trattamento superficiale e disinvolto dei testi tradotti, che molto spesso sono adattati e ridotti, e che nella maggior parte dei casi sono riportati in italiano senza l’indicazione della lingua di partenza, né del nome del traduttore o della traduttrice. È probabile che il ricorso a opere letterarie tradotte dall’inglese per l’insegnamento dell’italiano non corrisponda a un particolare intento educativo ma altro non sia che un riflesso di quella globalizzazione del mercato editoriale che ha portato a un predominio crescente dell’inglese. Tuttavia, indipendentemente dalle intenzioni di chi produce i libri e di chi li sceglie, occorre indagare le possibili conseguenze del ricorso a questi strumenti dal punto di vista educativo, soprattutto per quel che riguarda lo sviluppo dell’apprezzamento della diversità culturale e dell’interesse e la curiosità per lingue diverse e per la comunicazione interculturale.File | Dimensione | Formato | |
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