Un pregiudizio impostosi nella storia degli studi, a partire dall’Ottocento, aveva visto in Plinio un semplice compilatore capace solo di affastellare dati la cui portata teorica non era pienamente compresa. È negli anni ’90 del secolo scorso che si assiste a una rivalutazione del progetto enciclopedico della Naturalis historia, i cui orientamenti sono però stati spesso spiegati alla luce di un acritico appiattimento – soprattutto per quello che riguarda i libri zoologici – sulle posizioni di una vulgata stoica divenuta egemone, a Roma, nella prima età imperiale. L’analisi degli aneddoti relativi a incontri fortunati di uomini e leoni di 8.48 e 8.56-58, passata al vaglio delle lenti della pragmatica della comunicazione e di un attento recupero dei modelli antropologici implicitamente chiamati in causa, smentisce tuttavia tale lettura, mostrando come l’enciclopedista romano affianchi, ai punti di vista delle teorie stoiche (che considerano gli animali esseri privi di ragione), i punti di vista di attori sociali e testimoni diretti che mettono in crisi e problematizzano gli assunti dello stoicismo. Con l’indagine qui condotta si apre dunque un nuovo campo di ricerca, che mostra come l’aneddotica pliniana, lungi dall’essere mera raccolta paradossografica di dati, operi come strumento di riflessione vicaria che interviene criticamente nei dibattiti filosofici dell’epoca.

Li Causi, P. (2024). Les animaux qui souffrent sont-ils les animaux qui pensent ? Pour une relecture du livre VIII de la Naturalis Historia de Pline l'Ancien. In Ani-maux : souffrances animales, remèdes humains : Antiquité, Moyen Âge, Époque moderne (pp.25-39). Paris : L'Harmattan.

Les animaux qui souffrent sont-ils les animaux qui pensent ? Pour une relecture du livre VIII de la Naturalis Historia de Pline l'Ancien

Li Causi, Pietro
2024-01-01

Abstract

Un pregiudizio impostosi nella storia degli studi, a partire dall’Ottocento, aveva visto in Plinio un semplice compilatore capace solo di affastellare dati la cui portata teorica non era pienamente compresa. È negli anni ’90 del secolo scorso che si assiste a una rivalutazione del progetto enciclopedico della Naturalis historia, i cui orientamenti sono però stati spesso spiegati alla luce di un acritico appiattimento – soprattutto per quello che riguarda i libri zoologici – sulle posizioni di una vulgata stoica divenuta egemone, a Roma, nella prima età imperiale. L’analisi degli aneddoti relativi a incontri fortunati di uomini e leoni di 8.48 e 8.56-58, passata al vaglio delle lenti della pragmatica della comunicazione e di un attento recupero dei modelli antropologici implicitamente chiamati in causa, smentisce tuttavia tale lettura, mostrando come l’enciclopedista romano affianchi, ai punti di vista delle teorie stoiche (che considerano gli animali esseri privi di ragione), i punti di vista di attori sociali e testimoni diretti che mettono in crisi e problematizzano gli assunti dello stoicismo. Con l’indagine qui condotta si apre dunque un nuovo campo di ricerca, che mostra come l’aneddotica pliniana, lungi dall’essere mera raccolta paradossografica di dati, operi come strumento di riflessione vicaria che interviene criticamente nei dibattiti filosofici dell’epoca.
2024
9782336506258
Li Causi, P. (2024). Les animaux qui souffrent sont-ils les animaux qui pensent ? Pour une relecture du livre VIII de la Naturalis Historia de Pline l'Ancien. In Ani-maux : souffrances animales, remèdes humains : Antiquité, Moyen Âge, Époque moderne (pp.25-39). Paris : L'Harmattan.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11365/1279754