Lavoro e tutele nella dimensione della cittadinanza digitale e nell’era del capitalismo della sorveglianza

Objectives: the essay aims to reflect on the impacts that digital social networks and their use of individuals’ data have, and will have in the future, in redefining new boundaries of fundamental rights (of workers) and those of social democracy. Meth-odology: the contribution addresses the reflection with an evaluative approach of the ongoing phenomenological reality, also using a technique exemplifying the emerging problems. Results: the essay highlights the growing difficulty, which must be taken into account, of preserving the right to privacy of citizens and workers from capitalism (of surveillance) and from a sterile and elusive model of ‘smart society’ that it no longer (just) feeds on the ‘work’ of individuals but on data (including be-havioural data) of workers themselves. Limits and implications: the essay reveals the difficulties of dialogue on issues that escape from labour law in a strict sense and, at the same time, the need to open new reflections and new dialogues to keep up with the speed of technological-digital evolution. Originality: the contribution, starting from the assumption that the labour system is now only one piece of a much larger and more complex mosaic, attempts to create connection networks between dimensions that are only apparently distant, such as those of labour law, digital citi-zenship and techno-civism, surveillance capitalism, globalization, in order to try to see the implications that these dimensions have, and may have, on the employment relationship.

Obiettivi: il saggio si propone di riflettere sull’impatto delle reti sociali digitali e dell’uso dei dati degli individui ad esse relativo nella ridefinizione di nuovi confini dei diritti fondamentali (dei lavoratori) e di quelli di democrazia sociale. Metodolo-gia: il contributo affronta la riflessione con approccio valutativo della realtà feno-menica in atto, impiegando anche una tecnica esemplificativa in ordine alle proble-matiche emergenti. Risultati: il saggio porta a rilevare la crescente difficoltà di preservare il diritto alla riservatezza dei cittadini e dei lavoratori dal capitalismo (della sorveglianza) e da un asettico e inafferrabile modello di società “smart”, che si nutre non più soltanto del “lavoro” degli individui, ma anche dei dati, inclusi quelli comportamentali, dei lavoratori stessi. Limiti e implicazioni: il saggio svela le difficoltà di dialogare su temi che sfuggono al diritto del lavoro in senso stretto e, al contempo, evidenzia il bisogno di aprire nuove riflessioni e nuovi dialoghi per re-stare al passo con la rapidità dell’evoluzione tecno-digitale. Originalità: il contri-buto, partendo dal presupposto che l’ordinamento lavoristico è ormai solo un tassel-lo d’un mosaico molto più ampio e complesso, tenta di collegare criticamente temi solo apparentemente distanti (diritto del lavoro, cittadinanza digitale e tecnocivi-smo, capitalismo della sorveglianza, globalizzazione), onde tentare di scorgerne le implicazioni sul rapporto di lavoro.