THE HISTORY OF ENCEPHALITIS LETHARGICA: AN ITALIAN CURE FOR A DISEASE STILL LITTLE KNOWN. THE EXPERIENCE OF THE SIENA PSYCHIATRIC HOSPITAL IN THE fiRST HALF OF THE XX CENTURY IN A MUSEUM AND ARCHIVE RESEARCH|La storia dell’Encefalite Letargica: una cura italiana per una malattia ancora poco conosciuta. L’esperienza dell’Ospedale psichiatrico di Siena nella prima metà del XX secolo in una ricerca museale e d’archivio

Starting from the 1920s, the care and management of many post-encephalitis patients who survived the acute phase of encephalitis lethargica were often entrusted to psychiatric hospitals due to the psychic complications of the disease. Antonio D’Ormea, director of the psychiatric hospital of Siena from 1909 to 1952, tried to treat these patients through exclusively symptomatic treatments, as occurred in other similar structures or treatment centers. His meticulous activity lasted several decades and he made interesting and innovative experiences, carefully documenting the results achieved. He implemented a series of procedures, collected photographs, and documented treatment progresses, failures, and scientifically relevant details, thus creating a unique archival collection of absolute value. We were able to retrieve unpublished material from the historical archive of the Sienese psychiatric hospital by searching among the dusty but still intact medical records. We were thus able to indentify the treatment methods that had been tested, including the famous “Bulgarian cure”, a “very individual” remedy, as Prof. Antonio D’Ormea himself described it.

A partire dagli anni ’20 del Novecento la cura e gestione di molti pazienti post-encefalitici sopravvissuti alla fase acuta dell’encefalite letargica fu spesso affidata agli Ospedali psichiatrici per i sintomi psichici che la malattia aveva lasciato. Antonio D’Ormea, direttore dell’Ospedale psichiatrico di Siena dal 1909 al 1952, provò a curarli o almeno a stabilizzarli con trattamenti che furono esclusivamente sintomatici, come accadde anche in altre strutture analoghe o centri di cura. La sua fu un’attività meticolosa e che durò alcuni decenni, attraverso la quale egli fece esperienze interessanti e innovative registrando gradualmente e documentando i risultati raggiunti. Mise in atto una serie di procedure e di minuziosa raccolta fotografando e documentando progressi, insuccessi e ogni evento degno di interesse scientifico relativo ai trattamenti effettuati, realizzando così una raccolta archivista di assoluto valore e unica nel suo genere. Questo articolo documenta la nostra attività di ricerca condotta presso l’archivio storico dell’Ospedale psichiatrico senese. Qui abbiamo individuato materiale anche inedito fra cartelle cliniche impolverate ma ancora integre. Abbiamo così potuto studiare i metodi di cura che furono sperimentati, fra i quali la famosa “Cura bulgara”, un rimedio “essenzialmente individuale”, come lo descrisse lo stesso Prof. Antonio D’Ormea.