A fronte delle note e diffuse carenze della sanità italiana uno spiraglio può forse intravedersi nelle recenti ed innovative realtà delle società benefit (SB), specie sul fronte dell’offerta del personale e della domanda rappresentata da 12 milioni di italiani che hanno rinunciato ad una prestazione per motivi economici, compresa la categoria emersa quest’anno dall’ultimo rapporto Censis dei «salute-impoveriti» (ossia degli 1,8 milioni di persone entrate nell’area della povertà a seguito delle spese sanitarie). Attualmente le SB stanno operando anche in campo sanitario per garantire il diritto all’accesso alle cure mediche anche ai soggetti vulnerabili, impossibilitati economicamente ad affrontarne i costi. Si tratta di imprese «ibride» che, nell’esercizio di una attività economica, oltre allo scopo di dividere gli utili, perseguono una o più finalità di beneficio comune, devolvendo parte dei ricavi in una rete che coniuga la massimizzazione del profitto con la cultura del «dono». Abbiamo quindi presentato il Progetto PrendiAmoci cura, promosso dal Centro Internazionale per la Pace fra i Popoli di Assisi e dalla Fondazione Giulio Loreti, una realtà capace di garantire il diritto alla cura anche ai bisognosi e che, in 20 anni di attività, ha erogato quasi 14.000 prestazioni sanitarie gratuite, dimostrando al territorio e alla comunità locale un’esperienza virtuosa che potrebbe/dovrebbe sollecitare ulteriori analoghe opportunità anche in altre regioni italiane.
Vella, M. (2024). Nuovi orizzonti della sanità italiana: chi prende, chi paga e chi dona?. MONDO SANITARIO, 3/2024(3), 1-17.
Nuovi orizzonti della sanità italiana: chi prende, chi paga e chi dona?
MARIA VELLA
2024-01-01
Abstract
A fronte delle note e diffuse carenze della sanità italiana uno spiraglio può forse intravedersi nelle recenti ed innovative realtà delle società benefit (SB), specie sul fronte dell’offerta del personale e della domanda rappresentata da 12 milioni di italiani che hanno rinunciato ad una prestazione per motivi economici, compresa la categoria emersa quest’anno dall’ultimo rapporto Censis dei «salute-impoveriti» (ossia degli 1,8 milioni di persone entrate nell’area della povertà a seguito delle spese sanitarie). Attualmente le SB stanno operando anche in campo sanitario per garantire il diritto all’accesso alle cure mediche anche ai soggetti vulnerabili, impossibilitati economicamente ad affrontarne i costi. Si tratta di imprese «ibride» che, nell’esercizio di una attività economica, oltre allo scopo di dividere gli utili, perseguono una o più finalità di beneficio comune, devolvendo parte dei ricavi in una rete che coniuga la massimizzazione del profitto con la cultura del «dono». Abbiamo quindi presentato il Progetto PrendiAmoci cura, promosso dal Centro Internazionale per la Pace fra i Popoli di Assisi e dalla Fondazione Giulio Loreti, una realtà capace di garantire il diritto alla cura anche ai bisognosi e che, in 20 anni di attività, ha erogato quasi 14.000 prestazioni sanitarie gratuite, dimostrando al territorio e alla comunità locale un’esperienza virtuosa che potrebbe/dovrebbe sollecitare ulteriori analoghe opportunità anche in altre regioni italiane.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/11365/1262354