Di fronte all’insolvenza di un imprenditore, la tradizionale risposta dell’ordinamento, frutto di secoli di evoluzione normativa, si identifica nella liquidazione forzosa del patrimonio del debitore, finalizzata alla distribuzione del ricavato tra i creditori. Negli ultimi decenni, i cambiamenti sociali, culturali ed economici hanno fatto sì che alla liquidazione forzata si affiancassero, con crescente importanza, strumenti di regolazione della crisi, volti alla conservazione dei valori organizzativi e alla prevenzione dell’insolvenza, in grado di ridefinire le pretese dei creditori prescindendo dal loro consenso individuale e, in taluni casi, anche dal consenso della maggioranza. In questo nuovo quadro, si pongono temi e problemi nuovi relativi al funzionamento del sistema della responsabilità patrimoniale, attraversato dalla tensione tra il diritto di proprietà dei creditori e la flessibilità necessaria alla ristrutturazione delle imprese in difficoltà. Assume un ruolo centrale il “principio dell’assenza di pregiudizio”, quale fondamentale presidio del diritto individuale di proprietà nel contesto delle procedure concorsuali alternative alla liquidazione giudiziale. L’articolo analizza le implicazioni di questo principio alla luce della giurisprudenza europea, che ha riconosciuto la tutela proprietaria non solo ai titolari di beni materiali, ma anche ai creditori e ai soci coinvolti in processi di ristrutturazione coattiva. Si analizzano il ruolo del diritto di proprietà nella ridefinizione coattiva delle pretese di soci e creditori di un’impresa in crisi, le modalità di distribuzione del valore tra creditori e soci, e il necessario bilanciamento tra protezione dei diritti patrimoniali e finalità pubbliche di stabilità economica e sociale. Infine, l’articolo evidenzia le criticità della normativa italiana, che in alcuni casi non garantisce un ricorso effettivo per i soggetti coinvolti, e discute le prospettive di armonizzazione con la direttiva europea 1023/2019 sulla ristrutturazione preventiva. Il riconoscimento del diritto di proprietà come parametro fondamentale per la regolazione della crisi d’impresa si configura come un elemento chiave per assicurare equità, prevedibilità e tutela degli interessi economici coinvolti.
Donati, I. (2020). Crisi d'impresa e diritto di proprietà: dalla responsabilità patrimoniale all'assenza di pregiudizio. RIVISTA DELLE SOCIETÀ, 65(1), 164-207.
Crisi d'impresa e diritto di proprietà: dalla responsabilità patrimoniale all'assenza di pregiudizio
DONATI I
2020-01-01
Abstract
Di fronte all’insolvenza di un imprenditore, la tradizionale risposta dell’ordinamento, frutto di secoli di evoluzione normativa, si identifica nella liquidazione forzosa del patrimonio del debitore, finalizzata alla distribuzione del ricavato tra i creditori. Negli ultimi decenni, i cambiamenti sociali, culturali ed economici hanno fatto sì che alla liquidazione forzata si affiancassero, con crescente importanza, strumenti di regolazione della crisi, volti alla conservazione dei valori organizzativi e alla prevenzione dell’insolvenza, in grado di ridefinire le pretese dei creditori prescindendo dal loro consenso individuale e, in taluni casi, anche dal consenso della maggioranza. In questo nuovo quadro, si pongono temi e problemi nuovi relativi al funzionamento del sistema della responsabilità patrimoniale, attraversato dalla tensione tra il diritto di proprietà dei creditori e la flessibilità necessaria alla ristrutturazione delle imprese in difficoltà. Assume un ruolo centrale il “principio dell’assenza di pregiudizio”, quale fondamentale presidio del diritto individuale di proprietà nel contesto delle procedure concorsuali alternative alla liquidazione giudiziale. L’articolo analizza le implicazioni di questo principio alla luce della giurisprudenza europea, che ha riconosciuto la tutela proprietaria non solo ai titolari di beni materiali, ma anche ai creditori e ai soci coinvolti in processi di ristrutturazione coattiva. Si analizzano il ruolo del diritto di proprietà nella ridefinizione coattiva delle pretese di soci e creditori di un’impresa in crisi, le modalità di distribuzione del valore tra creditori e soci, e il necessario bilanciamento tra protezione dei diritti patrimoniali e finalità pubbliche di stabilità economica e sociale. Infine, l’articolo evidenzia le criticità della normativa italiana, che in alcuni casi non garantisce un ricorso effettivo per i soggetti coinvolti, e discute le prospettive di armonizzazione con la direttiva europea 1023/2019 sulla ristrutturazione preventiva. Il riconoscimento del diritto di proprietà come parametro fondamentale per la regolazione della crisi d’impresa si configura come un elemento chiave per assicurare equità, prevedibilità e tutela degli interessi economici coinvolti.| File | Dimensione | Formato | |
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