Attraverso un’ampia ricerca documentaria, il saggio offre una riflessione sul fedecommesso non solo quale partita accesa dell’amministrazione familiare e clausola giuridica volta alla trasmissione patrimoniale, ma anche come significativo indicatore dello sviluppo economico e culturale dei gruppi sociali insediati alla periferia del Granducato. Sull’arco cronologico chiuso in maniera elastica tra il 1550 e il 1750, il contesto è offerto dallo Stato Nuovo di Siena, una compagine territoriale vasta e composita, caratterizzata dall’esistenza di grossi borghi distanti dalla dominante e strutturati da una loro specifica storia comunitaria, feudale e istituzionale nonché da gruppi dirigenti locali connotati e capaci di considerevoli accumulazioni patrimoniali. Senza trascurare l’analisi dell’istituto fedecommissario all’interno del patriziato senese e del contesto cittadino, il saggio si concentra in particolare su questi nuclei demici decentrati, in grado di fornire elementi diversi alla valutazione delle varie realtà economiche dello Stato Nuovo. Nello spazio territoriale che si apre tra Siena e Roma, l’approccio degli individui alla prassi e alle strategie trasmissorie porta a riconsiderare con nuovi elementi le dinamiche di gruppi familiari e di agglomerati extraurbani capaci di svilupparsi in autonomia dalla forza centripeta della dominante. Risulta con chiarezza l’importanza degli organismi educativi presenti in loco (collegi, seminari), delle carriere ecclesiastiche locali, dei ruoli militari, delle diverse risorse della comunità e del paesaggio, quali efficaci fattori di avanzamento sociale ed economico sia nelle diverse strutture istituzionali della Toscana medicea che in quelle di altri Stati italiani.
Calonaci, S. (2012). Promesse da realizzare: i fedecommessi nello «Stato Nuovo» di Siena (secc. XVI-XVIII). MÉLANGES DE L'ÉCOLE FRANÇAISE DE ROME. ITALIE ET MÉDITERRANÉE, 124(2), 551-577.
Promesse da realizzare: i fedecommessi nello «Stato Nuovo» di Siena (secc. XVI-XVIII)
Calonaci, Stefano
2012-01-01
Abstract
Attraverso un’ampia ricerca documentaria, il saggio offre una riflessione sul fedecommesso non solo quale partita accesa dell’amministrazione familiare e clausola giuridica volta alla trasmissione patrimoniale, ma anche come significativo indicatore dello sviluppo economico e culturale dei gruppi sociali insediati alla periferia del Granducato. Sull’arco cronologico chiuso in maniera elastica tra il 1550 e il 1750, il contesto è offerto dallo Stato Nuovo di Siena, una compagine territoriale vasta e composita, caratterizzata dall’esistenza di grossi borghi distanti dalla dominante e strutturati da una loro specifica storia comunitaria, feudale e istituzionale nonché da gruppi dirigenti locali connotati e capaci di considerevoli accumulazioni patrimoniali. Senza trascurare l’analisi dell’istituto fedecommissario all’interno del patriziato senese e del contesto cittadino, il saggio si concentra in particolare su questi nuclei demici decentrati, in grado di fornire elementi diversi alla valutazione delle varie realtà economiche dello Stato Nuovo. Nello spazio territoriale che si apre tra Siena e Roma, l’approccio degli individui alla prassi e alle strategie trasmissorie porta a riconsiderare con nuovi elementi le dinamiche di gruppi familiari e di agglomerati extraurbani capaci di svilupparsi in autonomia dalla forza centripeta della dominante. Risulta con chiarezza l’importanza degli organismi educativi presenti in loco (collegi, seminari), delle carriere ecclesiastiche locali, dei ruoli militari, delle diverse risorse della comunità e del paesaggio, quali efficaci fattori di avanzamento sociale ed economico sia nelle diverse strutture istituzionali della Toscana medicea che in quelle di altri Stati italiani.File | Dimensione | Formato | |
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