L’articolo propone una lettura delle proposizioni interrogative presenti nei versi dei Canti leopardiani. Tale scelta poetica sarà guardata soprattutto per lo svelarsi in essa, sotto le spoglie di attitudine stilistica, di una precisa modalità di concezione del mondo. Il meccanismo interrogativo si trova ad essere infatti, in Leopardi, luogo dell’incontro-scontro tra l’io lirico, guidato da un ordinamento ragionativo logico-consequenziale, e il mondo, sempre ‘altro’ ed ‘extra-ordinario’. Tale contrasto trova espressione a livello poetico in una precisa struttura sintattica: un’implicazione logica interrotta proprio dal porsi della domanda, che cambia la direzione del ragionamento («se la vita è sventura, / Perché da noi si dura?» Canto notturno, vv. 55-56). Viene così a crearsi nello spazio poetico un’apertura interrogante, non tanto abbandonata ad una sospensione di giudizio, quanto piuttosto resa essa stessa pieno giudizio conoscitivo. La definizione di domanda lirica formulata da Jauss in "Domanda e risposta, studi di ermeneutica letteraria" si presta particolarmente a descrivere tale concetto. Lungi dal decretare una rassegnazione ad un’esistenza paradossale e dunque insondabile, la domanda di Leopardi diventa piuttosto nuova modalità di conoscenza del reale che, facendo leva sulla propria apertura problematizzante, mira a sondare a fondo l’assurdità dell’esistere, per renderlo per quanto possibile, e più profondamente, proprio.

Maffezzoli, M. (2022). "Chi dubita, sa, e sa il più che si possa sapere". La funzione della domanda nei Canti di Leopardi. CAMPI IMMAGINABILI, 66-67(1-2), 157-178.

"Chi dubita, sa, e sa il più che si possa sapere". La funzione della domanda nei Canti di Leopardi

Maria Maffezzoli
2022-01-01

Abstract

L’articolo propone una lettura delle proposizioni interrogative presenti nei versi dei Canti leopardiani. Tale scelta poetica sarà guardata soprattutto per lo svelarsi in essa, sotto le spoglie di attitudine stilistica, di una precisa modalità di concezione del mondo. Il meccanismo interrogativo si trova ad essere infatti, in Leopardi, luogo dell’incontro-scontro tra l’io lirico, guidato da un ordinamento ragionativo logico-consequenziale, e il mondo, sempre ‘altro’ ed ‘extra-ordinario’. Tale contrasto trova espressione a livello poetico in una precisa struttura sintattica: un’implicazione logica interrotta proprio dal porsi della domanda, che cambia la direzione del ragionamento («se la vita è sventura, / Perché da noi si dura?» Canto notturno, vv. 55-56). Viene così a crearsi nello spazio poetico un’apertura interrogante, non tanto abbandonata ad una sospensione di giudizio, quanto piuttosto resa essa stessa pieno giudizio conoscitivo. La definizione di domanda lirica formulata da Jauss in "Domanda e risposta, studi di ermeneutica letteraria" si presta particolarmente a descrivere tale concetto. Lungi dal decretare una rassegnazione ad un’esistenza paradossale e dunque insondabile, la domanda di Leopardi diventa piuttosto nuova modalità di conoscenza del reale che, facendo leva sulla propria apertura problematizzante, mira a sondare a fondo l’assurdità dell’esistere, per renderlo per quanto possibile, e più profondamente, proprio.
2022
Maffezzoli, M. (2022). "Chi dubita, sa, e sa il più che si possa sapere". La funzione della domanda nei Canti di Leopardi. CAMPI IMMAGINABILI, 66-67(1-2), 157-178.
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