L'apocalisse dialogica. Forme e funzioni degli scambi di battute nella poesia italiana del Novecento

The thesis is dedicated to the study of the dialogues present in the books of Italian poetry of the twentieth century. The aim that guided the work was to understand and define the operation of a device never investigated in a systematic way, both from the theoretical point of view and from the stylistic-expressive point of view. The analysis of verbal interactions has led to the emergence of the phenomenon that gave the title to the research: dialogical apocalypse refers to the fact that the expedient of dialogue emerges to indicate the very failure of communication, to the extent that the actors carry out relationships in a pathological and pragmatically dysfunctional manner. The anti-dialogical function acts on multiple levels: structural (for example, by skipping a turn), pragmatical (as the answers that do not respond), thematic (in particular, the tendency to return to intractable topics, such as death), and relational (the exchange is constituted in conflict and antagonism). The work is divided into four macro-parts, for a total of twelve chapters: the first theoretical-methodological part (chapters 1-3) develops some general reflections on the relationship between dialogue and non-dialogued in a lyrical text, on the actors of direct speech (also in relation to the lyrical subject) and the forms of the relationship between the partners (chapter 1); later, we present the concept of dialogical apocalypse (chapter 2), and we identify an ideal model of dialogue (chapter 3), (i.e. finished and functional) on which to measure the theoretical distance from the lyrical episodes of the twentieth century. The next three parts are divided chronologically: the second part (chapters 4-5) considers the twentieth-century authors who contributed to the foundation of the language of anti-dialogue (Pascoli and Gozzano); the third part (chapters 6-9) focuses on the ‘dialogue boom’ of the sixties (Luzi, Sereni, Montale, Fortini); the fourth and final part (chapters 10-12) on three end-of-the-century cases (De Angelis, Bordini, Cavalli). For the analysis, we have followed a trans-disciplinary criterion: the traditional instruments of stylistics, rhetoric and pragmatics were integrated with those of disciplines that fit into the horizon of Philosophy and Social Sciences; fundamental contributions came from the conceptual repertoire of constructivist-constructionist theories (in particular the Positioning Theory of Luk van Langenhove and Rom Harré), from the pathic theory of the enunciation of Francesco La Mantia, from the philosophy of intersubjectivity, the social interactionism of Erving Goffman and Lacanian psychoanalysis; The dialogical phenomena have been treated and classified in a disciplinary intersection and according to a functional criterion, trying to understand the forms and the functions in the poetic system of each author. Finally, the research leans towards a larger project, which goes beyond the boundaries of twentieth-century Italian poetry in the direction of a lyrical theory of dialogue.

La tesi è dedicata allo studio dei dialoghi (scambi di battute diretti) presenti nei libri di poesia italiani del Novecento. Lo scopo che ha guidato il lavoro è stato quello di comprendere e definire il funzionamento di un dispositivo finora mai indagato in modo sistematico, tanto dal punto di vista teorico quanto dal punto di vista stilistico-espressivo. L’analisi delle interazioni verbali ha portato a emergenza il fenomeno cha ha dato il titolo alla ricerca: con apocalisse dialogica ci si riferisce al fatto che l’espediente del dialogo emerga per indicare il fallimento stesso della comunicazione, nella misura in cui gli attori esercitano i rapporti in modo patologico e pragmaticamente disfunzionale. La funzione anti-dialogica agisce su livelli plurimi: strutturale (un esempio è il fenomeno del salto di turno), pragmatico (come le risposte con domanda di rimando, che di fatto non rispondono), del contenuto (si tratta, in particolare, della tendenza a battere su argomenti intrattabili, uno su tutti la morte), e relazionale (lo scambio si costituisce nel segno della conflittualità e della disconferma). Il lavoro si divide in quattro macro-parti, per un totale di dodici capitoli: nella prima parte (capitoli 1-3), di carattere teorico-metodologico, vengono sviluppate alcune riflessioni generali sul rapporto tra dialogato e non-dialogato all’interno di un testo lirico, sugli attori del discorso diretto (anche in rapporto al soggetto dell’enunciazione) e sulle forme della relazione interlocutiva (capitolo 1); in seguito, viene presentato il concetto che dà il titolo al lavoro (capitolo 2) e individuato un modello di dialogo ideale (ossia finito e funzionale) su cui misurare la distanza teorica dagli episodi lirici del Novecento (capitolo 3). Le tre parti successive sono cronologicamente ripartite: la seconda parte (capitoli 4-5) considera gli autori novecenteschi che hanno contribuito alla fondazione della lingua dell’anti-dialogo (Pascoli e Gozzano); la terza parte (capitoli 6-9) si concentra sul ‘boom dialogico’ degli anni Sessanta (Luzi, Sereni, Montale, Fortini); la quarta e ultima parte (capitoli 10-12) su tre campioni di fine secolo (De Angelis, Bordini, Cavalli). Per l’analisi si è seguito un criterio trans-disciplinare: gli strumenti tradizionali della stilistica, della retorica e della pragmatica sono stati integrati con quelli di discipline che si collocano nell’orizzonte della Filosofia e delle Scienze sociali; apporti fondamentali sono venuti dal repertorio concettuale delle teorie costruttiviste-costruzioniste (in particolare la Positioning Theory di Luk van Langenhove e Rom Harré), dalla teoria patica dell’enunciazione di Francesco La Mantia, dalla filosofia dell’intersoggettività, dall’interazionismo sociale di Erving Goffman e dalla psicoanalisi lacaniana; i fenomeni dialogici della lirica sono stati dunque trattati e classificati in un’intersezione disciplinare e secondo un criterio funzionale, cercando di comprenderne gli effetti e i ruoli (le forme e le funzioni) nel sistema poetico di ciascun autore. Infine, il lavoro di ricognizione e campionatura si protende verso un progetto più ampio, che supera i confini della poesia italiana del Novecento in direzione di una teoria lirica del dialogo.