The Aydin case of the ECtHR: an emblematic case of violation of the prohibition of torture

The paper, which deals with the ECtHR’ decision Aydin v. Turkey dating from 1997, dwells on the two parameters in the light of which the appeal was deemed admissible: articles 3 and 13 ECHR. With reference to art. 3 ECHR, the Aydin v. Turkey case provides to the European Court the occasion to evaluate the definition of the crime of torture, considering any particularly punitive inhuman treatment as an act of torture, having regard to the factual circumstances. This sentence also represents an emblematic case as for the evolution of the Strasbourg case law in terms of article 3 ECHR. The applicative path of this latter, although not always being coherent, has still being characterised by an extensive trend. The other parameter put as basis of the decision is article 13 ECHR, ensuring the right to an effective remedy. In fact, to grant effectiveness to the prohibition of torture, an official investigation, conducted with diligence and rapidity and able to identify the perpetrators is needed. From this point of view too, the analysis of the case law is particularly useful, since it demonstrates that only an official investigation, conducted within an appropriate time, allows the victims of torture to obtain justice.

Il presente testo, che ha ad oggetto la sentenza Aydin c. Turchia della Corte Edu del 1997, si sofferma sui due parametri alla luce dei quali è stato accolto il ricorso: gli articoli 3 e 13 Cedu. Con riferimento all’articolo 3 Cedu, il caso Aydin c. Turchia offre l’occasione alla Corte europea per fare il punto sulla definizione del reato di tortura, indicando come atto di tortura qualsiasi trattamento inumano particolarmente afflittivo, tenuto conto delle circostanze di fatto. Questa sentenza rappresenta altresì un caso emblematico dell’evoluzione della giurisprudenza di Strasburgo in tema di articolo 3 Cedu, le cui tappe applicative, pur non seguendo sempre linee coerenti, sono comunque caratterizzate da una tendenza espansiva. L’altro parametro, posto a fondamento della sentenza, è l’articolo 13, che sancisce il diritto ad un ricorso effettivo. Affinché il divieto di tortura non sia inefficace, occorre difatti un’indagine ufficiale, svolta con diligenza e rapidità, che deve potere condurre all’identificazione dei colpevoli. Anche sotto questo profilo, l’analisi dell’excursus giurisprudenziale è assai utile, perché dimostra che solo un’inchiesta ufficiale, condotta in tempi adeguati, permette alle vittime di atti di tortura di ottenere giustizia.