Da molto tempo ci si è accorti che l’episodio del Ciclope accecato è ben presente nella fiabistica mondiale, per quanto con alcune differenze significative rispetto alla versione omerica. Alcuni studiosi ritengono che le forme folkloriche rispecchino una variante “originaria” che avrebbe preceduto l’elaborazione dell’Odissea; altri invece le ritengono derivate da quest’ultima. Un’analisi aggiornata delle fiabe greche e italiane riconducibili al tipo ATU 1137, "The blinded ogre", rivela che se da un lato l’Odissea è spesso presente nella consapevolezza dei narratori, dall’altro il suo influsso effettivo sullo svolgimento delle storie è sorprendentemente scarso. Per quanto riguarda specificamente l’ambito italiano (che in questo si uniforma a tutta l’Europa occidentale, settentrionale e a una discreta parte di quella orientale), le consonanze maggiori si hanno invece con la versione della storia elaborata alla fine del XII secolo da Giovanni di Alta Selva nel suo "Dolopathos". Da questo punto di vista, anzi, quella del "Dolopathos" può essere ritenuta la scrittura del mito del Ciclope più influente dopo quella omerica e virgiliana (che peraltro lo stesso autore conosceva), e il monaco cistercense Giovanni di Alta Selva merita così una menzione di rilievo all’interno della tradizione mitografica su Polifemo.
Braccini, T. (2022). L’anello del Ciclope: l’episodio di Polifemo tra Omero, il "Dolopathos" e il folklore. REVUE POLYMNIA, 7, 109-140.
L’anello del Ciclope: l’episodio di Polifemo tra Omero, il "Dolopathos" e il folklore
Braccini, Tommaso
2022-01-01
Abstract
Da molto tempo ci si è accorti che l’episodio del Ciclope accecato è ben presente nella fiabistica mondiale, per quanto con alcune differenze significative rispetto alla versione omerica. Alcuni studiosi ritengono che le forme folkloriche rispecchino una variante “originaria” che avrebbe preceduto l’elaborazione dell’Odissea; altri invece le ritengono derivate da quest’ultima. Un’analisi aggiornata delle fiabe greche e italiane riconducibili al tipo ATU 1137, "The blinded ogre", rivela che se da un lato l’Odissea è spesso presente nella consapevolezza dei narratori, dall’altro il suo influsso effettivo sullo svolgimento delle storie è sorprendentemente scarso. Per quanto riguarda specificamente l’ambito italiano (che in questo si uniforma a tutta l’Europa occidentale, settentrionale e a una discreta parte di quella orientale), le consonanze maggiori si hanno invece con la versione della storia elaborata alla fine del XII secolo da Giovanni di Alta Selva nel suo "Dolopathos". Da questo punto di vista, anzi, quella del "Dolopathos" può essere ritenuta la scrittura del mito del Ciclope più influente dopo quella omerica e virgiliana (che peraltro lo stesso autore conosceva), e il monaco cistercense Giovanni di Alta Selva merita così una menzione di rilievo all’interno della tradizione mitografica su Polifemo.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Braccini L'anello del Ciclope Polymnia-7-2022.pdf
accesso aperto
Descrizione: Estratto editoriale
Tipologia:
PDF editoriale
Licenza:
DRM non definito
Dimensione
444.92 kB
Formato
Adobe PDF
|
444.92 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/11365/1229434