Il primo dopoguerra è oggetto di un’ampia storiografia che si è progressivamente rinnovata approfondendo il ruolo dei militari nei due bienni “rosso” e “nero”. Gli studi però si sono concentrati esclusivamente sull’esercito. Il saggio rivede questa impostazione centrandosi sulla posizione del vertice della Regia Marina su alcune grandi questioni del 1919-1921: le occupazioni adriatiche, Fiume e la competizione con la Francia. Il saggio sottolinea come la peculiare struttura interna dell’istituzione creasse i presupposti per la collocazione politica del vertice navale verso il movimento nazionalista. I vertici della marina rigettarono la sedizione come strumento politico, come dimostra il caso dell’impresa di Fiume e la repressione dei tentativi di ammutinamento. La compattezza istituzionale era infatti la priorità per costruire una politica di potenza e navale a sostegno delle ambizioni italiane, rese possibili dalla persecuzione del predominio in Adriatico a spese della Iugoslavia. Da questo sarebbe derivata la ricerca di un attore in grado di provvedere alla stabilità interna necessaria per perseguire questi obiettivi di politica estera, identificato nel fascismo.
De Ninno, F. (2021). Dall'Adriatico a Washington. Il dopoguerra della Marina tra politica di potenza, questione adriatica e divisioni interne. ANNALI DELLA FONDAZIONE UGO LA MALFA, 35, 143-166.
Dall'Adriatico a Washington. Il dopoguerra della Marina tra politica di potenza, questione adriatica e divisioni interne
De Ninno, Fabio
2021-01-01
Abstract
Il primo dopoguerra è oggetto di un’ampia storiografia che si è progressivamente rinnovata approfondendo il ruolo dei militari nei due bienni “rosso” e “nero”. Gli studi però si sono concentrati esclusivamente sull’esercito. Il saggio rivede questa impostazione centrandosi sulla posizione del vertice della Regia Marina su alcune grandi questioni del 1919-1921: le occupazioni adriatiche, Fiume e la competizione con la Francia. Il saggio sottolinea come la peculiare struttura interna dell’istituzione creasse i presupposti per la collocazione politica del vertice navale verso il movimento nazionalista. I vertici della marina rigettarono la sedizione come strumento politico, come dimostra il caso dell’impresa di Fiume e la repressione dei tentativi di ammutinamento. La compattezza istituzionale era infatti la priorità per costruire una politica di potenza e navale a sostegno delle ambizioni italiane, rese possibili dalla persecuzione del predominio in Adriatico a spese della Iugoslavia. Da questo sarebbe derivata la ricerca di un attore in grado di provvedere alla stabilità interna necessaria per perseguire questi obiettivi di politica estera, identificato nel fascismo.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
De Ninno - Dall'Adriatico a Washington.pdf
non disponibili
Descrizione: PDF pubblicato dell'articolo
Tipologia:
PDF editoriale
Licenza:
NON PUBBLICO - Accesso privato/ristretto
Dimensione
288.38 kB
Formato
Adobe PDF
|
288.38 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/11365/1209056