L’articolo è il primo di una serie di studi realizzati dall’autore nell’ambito di una ricerca triennale condotta presso il Centro “Beniamino Segre” dell’Accademia dei Lincei, intitolata Galileo Galilei e le lingue della scienza fra XVI e XVII secolo. In esso Patota si impegna a dimostrare che Galileo rende concisa la prosa del Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo e di molti degli scritti che lo precedono mediante numerosi costrutti abbreviati e abbrevianti, fra i quali spicca, per densità e per importanza, il meccanismo dell’incapsulazione anaforica, che compare in forme di ripresa grammaticale e lessicale ora complesse ed elaborate ora vicine all’uso italiano scritto dei giorni nostri. Tutte queste forme d’incapsulazione si configurano come strumenti di una efficacissima “strategia diversificata di richiamo del già detto” funzionale al procedere dell’argomentazione scientifica e all’applicazione di quel metodo matematico che Galilei, già nel giovanile De motu (1589-1592), descriveva in questi termini: «Methodus quam in hoc tractatu servabimus ea erit, ut semper dicenda ex dictis pendeant; nec unquam (si licebit) declaranda supponam tanquam vera».

Patota, G. (2021). «Ut semper dicenda ex dictis pendeant». Gli incapsulatori anaforici nel Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo e negli altri scritti scientifici di Galileo. STUDI LINGUISTICI ITALIANI, 47(1), 80-96.

«Ut semper dicenda ex dictis pendeant». Gli incapsulatori anaforici nel Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo e negli altri scritti scientifici di Galileo

Patota, Giuseppe
2021-01-01

Abstract

L’articolo è il primo di una serie di studi realizzati dall’autore nell’ambito di una ricerca triennale condotta presso il Centro “Beniamino Segre” dell’Accademia dei Lincei, intitolata Galileo Galilei e le lingue della scienza fra XVI e XVII secolo. In esso Patota si impegna a dimostrare che Galileo rende concisa la prosa del Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo e di molti degli scritti che lo precedono mediante numerosi costrutti abbreviati e abbrevianti, fra i quali spicca, per densità e per importanza, il meccanismo dell’incapsulazione anaforica, che compare in forme di ripresa grammaticale e lessicale ora complesse ed elaborate ora vicine all’uso italiano scritto dei giorni nostri. Tutte queste forme d’incapsulazione si configurano come strumenti di una efficacissima “strategia diversificata di richiamo del già detto” funzionale al procedere dell’argomentazione scientifica e all’applicazione di quel metodo matematico che Galilei, già nel giovanile De motu (1589-1592), descriveva in questi termini: «Methodus quam in hoc tractatu servabimus ea erit, ut semper dicenda ex dictis pendeant; nec unquam (si licebit) declaranda supponam tanquam vera».
2021
Patota, G. (2021). «Ut semper dicenda ex dictis pendeant». Gli incapsulatori anaforici nel Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo e negli altri scritti scientifici di Galileo. STUDI LINGUISTICI ITALIANI, 47(1), 80-96.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11365/1203149