Pallante e il ricordo del padre: un caso di allusività virgiliana (Aen. X 375-376)

The paper analyzes the distichous Aen. X 375-376, from Pallas’ speech to his fellow soldiers, as a model of Virgil’s epic style in several ways. There are references to Homer (Il. XXI 550-570 and XIII 813-816), as well as the use of one of the most common stylistic resources in Virgil, the so called «theme and variation», based on two lines. In addition, there are also references by Virgil to his own work, which give a certain depth to the Homeric allusions, because in X book, which is focused on the relationship between fathers and sons, a double memory of Evander appears from his son Pallas’ words. The first memory is his past fight with Erilus, a monster with three souls; the second one is the recollection, by Evander himself, of that episode, at the time of taking leave of Pallas.

L’articolo analizza il distico Aen. X 375-376, contenuto nell’esortazione di Pallante ai compagni, in quanto esemplare della tecnica epica di Virgilio per varie ragioni: l’allusività nei confronti di Omero (Il. XXI 550-570 e XIII 813-816), da cui appare mutuato; il ricorso ad una delle risorse formali più care a Virgilio, quella di «tema e variazione», articolata sull’arco di due versi; infine un’auto-testualità che conferisce a quei ‘recuperi’ omerici un certo spessore di sentimenti, perché, proprio nel libro X, che sviluppa il tema del rapporto fra padri e figli, affiora dalle parole di Pallante un duplice ricordo del padre Evandro: il suo passato scontro con Erilo, un nemico mostruoso dotato di tre anime, e l’evocazione, da parte di Evandro stesso, di quell’episodio, nel momento del drammatico congedo dal figlio.