Francesco Salviati nella cappella del margravio del Brandeburgo in Santa Maria dell’Anima

Academic literature on Francesco Salviati in recent decades places the fresco cycle in the chapel of the Margrave of Brandenburg in Santa Maria dell’Anima during the painter’s Roman period, subsequent to 1547-1548. However, this conviction is based on rather fragile foundations. Considerations of a stylis- tic nature, historical context and documentary evidence, as well as the evidence of certain literary sources, show instead that the ‘Sto- ries of Christ’ in the Roman church of Santa Maria dell’Anima belong to a different and earlier period of the painter’s career, or rather, Salviati’s previous stay in Rome between 1541 and 1543 (as in fact Vasari asserts), marked by the artist’s response to the great event of that time – the revelation of Michelangelo’s ‘Last Judgement’ in the Sistine Chapel. Sal- viati’s subsequent involvement in work on the margrave’s chapel, documented to 1549-1550, was limited to the two compartments with grotesques at the sides of the altar, clearly as- sociated with formulas developed by Perin del Vaga in Rome in the second half of the 1540s.

La letteratura degli ultimi decenni su Francesco Salviati ambienta entro la stagione romana del pittore successiva al 1547-1548 anche il ciclo di affreschi della cappella del margravio del Branderburgo in Santa Maria dell’Anima. Si tratta di una convinzione, tuttavia, che poggia su fragili fondamenta. Argomenti di carattere stilistico, di contesto storico e documentari, nonché la testimonianza di alcune fonti letterarie, mostrano al contrario che le ‘Storie di Cristo’ della chiesa romana di Santa Maria dell’Anima appartengono a un capitolo diverso e più antico della storia del pittore, ovvero al soggiorno di Salviati nell’Urbe che prese vita tra il 1541 e il 1543 (come, del resto, asserisce Giorgio Vasari), segnato dalla risposta dell’artista al grande fatto del momento: la rivelazione del ‘Giudizio finale’ di Michelangelo nella Cappella Sistina. Il nuovo coinvolgimento di Salviati nei lavori alla cappella del margravio, documentato al 1549-1550, fu limitato ai soli due riquadri a grottesca ai lati dell’altare, ad evidenza legati alle formule messe a punto a Roma da Perin del Vaga nella seconda metà degli anni quaranta.