È possibile riscontrare nei sistemi visivi il fenomeno dell’“enunciazione” così come lo si riscontra in quelli verbali? Quando a proposito delle immagini parliamo di “enunciazione” usiamo il termine in modo letterale o metaforico? Si può fare una distinzione tra “enunciazione in senso stretto” e “produzione semiotica”? Quali sono le condizioni per cui si abbia “enunciazione in senso stretto”? A queste e ad altre domande ad esse collegate vogliono tentare di dare una risposta le seguenti pagine, attraverso un percorso che si prefigge un duplice scopo: da una parte ricostruire i contesti e le modalità attraverso cui la parola “enunciazione” negli anni ’60-’70 è passata da un uso generico a un uso tecnico ed è diventata un termine del metalinguaggio della semiotica; dall’altra mostrare come già alle sue origini si sia tentato di verificare se la nozione di enunciazione, nata per descrivere un fenomeno di pertinenza della lingua verbale, fosse applicabile a sistemi semiotici diversi da questo – e con quali esiti. L’ operazione di ricostruzione è motivata anche dal fatto che oggi si assiste ad una proliferazione di usi dell’espressione “enunciazione” – e del concetto ad essa associato – molto vari e diversi tra di loro; situazione che rischia di essere imbarazzante, visto che non si riesce a trovare una definizione stabile e condivisa.
Manetti, G. (2020). L’enunciazione e l’immagine: il punto di vista di Benveniste. E/C, 17-29.
L’enunciazione e l’immagine: il punto di vista di Benveniste
Giovanni Manetti
2020-01-01
Abstract
È possibile riscontrare nei sistemi visivi il fenomeno dell’“enunciazione” così come lo si riscontra in quelli verbali? Quando a proposito delle immagini parliamo di “enunciazione” usiamo il termine in modo letterale o metaforico? Si può fare una distinzione tra “enunciazione in senso stretto” e “produzione semiotica”? Quali sono le condizioni per cui si abbia “enunciazione in senso stretto”? A queste e ad altre domande ad esse collegate vogliono tentare di dare una risposta le seguenti pagine, attraverso un percorso che si prefigge un duplice scopo: da una parte ricostruire i contesti e le modalità attraverso cui la parola “enunciazione” negli anni ’60-’70 è passata da un uso generico a un uso tecnico ed è diventata un termine del metalinguaggio della semiotica; dall’altra mostrare come già alle sue origini si sia tentato di verificare se la nozione di enunciazione, nata per descrivere un fenomeno di pertinenza della lingua verbale, fosse applicabile a sistemi semiotici diversi da questo – e con quali esiti. L’ operazione di ricostruzione è motivata anche dal fatto che oggi si assiste ad una proliferazione di usi dell’espressione “enunciazione” – e del concetto ad essa associato – molto vari e diversi tra di loro; situazione che rischia di essere imbarazzante, visto che non si riesce a trovare una definizione stabile e condivisa.File | Dimensione | Formato | |
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