La rivoluzione tecnologica ha inciso profondamente sul processo penale e, in particolare, sulle modalità di acquisizione del materiale probatorio spendibile in giudizio. Il ricorso ai “captatori informatici” rappresenta l’emblema del cambiamento, tanto da attirare l’attenzione del legislatore che, con una regolamentazione in fieri, gli riconosce una certa dignità normativa, ricomprendendo la relativa attività nel genus delle intercettazioni. Ciò che invece rimane ancora un dato incerto, è l’utilizzo del captatore informatico nella fase che precede al formale inizio del procedimento penale, funzionale all’acquisizione del materiale conoscitivo utile a prevenire il compimento del reato e alla ricerca di spunti investigativi per formare la notitia criminis. La presente ricerca ha l’intento di delineare lo stato dell’arte relativo al duplice impiego del diabolico strumento - sia a fini repressivi che esplorativi - e di abbozzare alcune prevedibili criticità, in ragione della mancanza di una normativa adeguata alla realtà investigativa prodotta dal contrasto ai pericoli determinati dal terrorismo e dagli attacchi cybernetici.
Nocerino, W. (2020). Il captatore informatico: un giano bifronte. Prassi operative vs risvolti giuridici. CASSAZIONE PENALE(2), 824-851.
Il captatore informatico: un giano bifronte. Prassi operative vs risvolti giuridici
Wanda Nocerino
2020-01-01
Abstract
La rivoluzione tecnologica ha inciso profondamente sul processo penale e, in particolare, sulle modalità di acquisizione del materiale probatorio spendibile in giudizio. Il ricorso ai “captatori informatici” rappresenta l’emblema del cambiamento, tanto da attirare l’attenzione del legislatore che, con una regolamentazione in fieri, gli riconosce una certa dignità normativa, ricomprendendo la relativa attività nel genus delle intercettazioni. Ciò che invece rimane ancora un dato incerto, è l’utilizzo del captatore informatico nella fase che precede al formale inizio del procedimento penale, funzionale all’acquisizione del materiale conoscitivo utile a prevenire il compimento del reato e alla ricerca di spunti investigativi per formare la notitia criminis. La presente ricerca ha l’intento di delineare lo stato dell’arte relativo al duplice impiego del diabolico strumento - sia a fini repressivi che esplorativi - e di abbozzare alcune prevedibili criticità, in ragione della mancanza di una normativa adeguata alla realtà investigativa prodotta dal contrasto ai pericoli determinati dal terrorismo e dagli attacchi cybernetici.File | Dimensione | Formato | |
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