Alfredo Jacobacci, una delle figure più illustri della comunità geologica italiana e già Direttore del Servizio Geologico d’Italia, ha svolto attività di insegnamento presso l’Università degli Studi di Siena nel periodo compreso fra il 1976 ed il 1985. Il suo primo incarico è stato sull’insegnamento di geologia, ma a partire dal 1977 ha tenuto ininter- rottamente fino al 1985 l’insegnamento di geogra- fia per i corsi di laurea in Scienze Geologiche ed in Scienze Naturali. Ho conosciuto ALFREDO JACOBACCI frequentando il suo corso di geografia da matricola, nell’Anno Accademico 1982/83. A questo corso veniva allora affidato il compito di avvicinare gli studenti del primo anno alle materie geologiche. Il Professore JACOBACCI basava la sua attività didattica sulla vasta esperienza maturata durante gli anni trascorsi presso il Servizio e riu- sciva a trasmettere a noi studenti la sua grande passione per la geologia. Egli era convinto, a buo- na ragione, del fatto che la geologia si impara sul terreno: e siccome il suo corso non prevedeva, purtroppo, escursioni sul campo, egli tentava di ovviare a questa mancanza basando gran parte delle sue lezioni sulla proiezione di diapositive raccolte durante le numerose spedizioni alle quali aveva preso parte. A noi studenti, che sentivamo allora parlare di geologia per la prima volta, quel- l’approccio, particolare perchè ricco di racconti, di aneddoti e di situazioni vissute sul terreno in regioni estreme, trasmetteva un entusiasmo con- tagioso per lo studio della materia. Anche gli esami iniziavano con l’analisi di fenomeni geolo- gici dedotti dall’osservazione di immagini, scelte a caso da noi studenti, fra il materiale della sua col- lezione personale di fotografie e cartoline. Il pro- gramma ed i contenuti del suo corso di geografia sono raccolti in una dispensa dal titolo “Appunti sull’Evoluzione della Crosta Terrestre” (JACO- BACCI, 1981). Noi studenti la utilizzavamo come un vero e proprio manuale di geologia ed ancora oggi, rileggendola dopo molti anni, vi ho ritrova- to richiami molto attuali a concetti fondamentali delle Scienze della Terra. JACOBACCI riteneva che non si può comprendere a fondo una materia se non se ne conoscono le origini: pertanto, la trat- tazione dei fenomeni geologici nella sua dispensa è preceduta da un ricco excursus storico su come si sono progressivamente evolute le varie discipline naturalistiche attraverso i secoli. Oggi mi onora essere chiamato a commemorare in questo edificio, sede del Servizio Geologico d’Italia, ALFREDO JACOBACCI nel suo ruolo di docente universitario. Del Professore JACOBACCI mi preme ricordare che egli considera- va il rilevamento e la cartografia, alla stregua della bussola e del martello, gli strumenti imprescindi- bili del geologo. Noi studenti lo sentivamo spesso ripetere una frase che esprime efficacemente il suo modus operandi da rilevatore: “La geologia di un’area è scritta sulla carta geologica e con questo documento devono sempre fare i conti schemi e modelli interpretativi: quando un modello non trova pieno riscontro con i dati di cartografia, sicuramente c’è in esso qualcosa di sbagliato, o comunque da rivedere e migliorare”. Un principio certamente sem- plice, ma troppo spesso dato per scontato o, in qualche caso, addirittura trascurato. Ne sono un chiaro esempio le diverse interpretazioni proposte a partire dagli anni ’60 per la struttura e l’evolu- zione dell’Appennino umbro-marchigiano, zona che JACOBACCI conosceva bene per avervi condot- to numerosi studi di terreno ed aver coordinato i lavori di rilevamento durante la realizzazione dei primi fogli della Carta Geologia d’Italia in scala 1:50.000. In questa nota desidero ripercorrere le tappe principali delle conoscenze sulla struttura profonda di questo settore della catena appenni- nica, prendendo in esame alcuni lavori proposti fra la seconda metà degli anni 1960 ed i giorni nostri. Una rilettura in chiave critica dei modelli proposti da vari autori alla luce delle più moderne vedute sulla struttura profonda della catena mette in evidenza l’originalità e l’attualità del contributo e del pensiero di ALFREDO JACOBACCI.

Tavarnelli, E. (2008). Alfredo Jacobacci, Professore all’Università di Siena - una riflessione sul suo contributo alla definizione della struttura profonda dell’Appennino umbro-marchigiano. MEMORIE DESCRITTIVE DELLA CARTA GEOLOGICA D'ITALIA, 77, 27-36.

Alfredo Jacobacci, Professore all’Università di Siena - una riflessione sul suo contributo alla definizione della struttura profonda dell’Appennino umbro-marchigiano

Enrico Tavarnelli
2008-01-01

Abstract

Alfredo Jacobacci, una delle figure più illustri della comunità geologica italiana e già Direttore del Servizio Geologico d’Italia, ha svolto attività di insegnamento presso l’Università degli Studi di Siena nel periodo compreso fra il 1976 ed il 1985. Il suo primo incarico è stato sull’insegnamento di geologia, ma a partire dal 1977 ha tenuto ininter- rottamente fino al 1985 l’insegnamento di geogra- fia per i corsi di laurea in Scienze Geologiche ed in Scienze Naturali. Ho conosciuto ALFREDO JACOBACCI frequentando il suo corso di geografia da matricola, nell’Anno Accademico 1982/83. A questo corso veniva allora affidato il compito di avvicinare gli studenti del primo anno alle materie geologiche. Il Professore JACOBACCI basava la sua attività didattica sulla vasta esperienza maturata durante gli anni trascorsi presso il Servizio e riu- sciva a trasmettere a noi studenti la sua grande passione per la geologia. Egli era convinto, a buo- na ragione, del fatto che la geologia si impara sul terreno: e siccome il suo corso non prevedeva, purtroppo, escursioni sul campo, egli tentava di ovviare a questa mancanza basando gran parte delle sue lezioni sulla proiezione di diapositive raccolte durante le numerose spedizioni alle quali aveva preso parte. A noi studenti, che sentivamo allora parlare di geologia per la prima volta, quel- l’approccio, particolare perchè ricco di racconti, di aneddoti e di situazioni vissute sul terreno in regioni estreme, trasmetteva un entusiasmo con- tagioso per lo studio della materia. Anche gli esami iniziavano con l’analisi di fenomeni geolo- gici dedotti dall’osservazione di immagini, scelte a caso da noi studenti, fra il materiale della sua col- lezione personale di fotografie e cartoline. Il pro- gramma ed i contenuti del suo corso di geografia sono raccolti in una dispensa dal titolo “Appunti sull’Evoluzione della Crosta Terrestre” (JACO- BACCI, 1981). Noi studenti la utilizzavamo come un vero e proprio manuale di geologia ed ancora oggi, rileggendola dopo molti anni, vi ho ritrova- to richiami molto attuali a concetti fondamentali delle Scienze della Terra. JACOBACCI riteneva che non si può comprendere a fondo una materia se non se ne conoscono le origini: pertanto, la trat- tazione dei fenomeni geologici nella sua dispensa è preceduta da un ricco excursus storico su come si sono progressivamente evolute le varie discipline naturalistiche attraverso i secoli. Oggi mi onora essere chiamato a commemorare in questo edificio, sede del Servizio Geologico d’Italia, ALFREDO JACOBACCI nel suo ruolo di docente universitario. Del Professore JACOBACCI mi preme ricordare che egli considera- va il rilevamento e la cartografia, alla stregua della bussola e del martello, gli strumenti imprescindi- bili del geologo. Noi studenti lo sentivamo spesso ripetere una frase che esprime efficacemente il suo modus operandi da rilevatore: “La geologia di un’area è scritta sulla carta geologica e con questo documento devono sempre fare i conti schemi e modelli interpretativi: quando un modello non trova pieno riscontro con i dati di cartografia, sicuramente c’è in esso qualcosa di sbagliato, o comunque da rivedere e migliorare”. Un principio certamente sem- plice, ma troppo spesso dato per scontato o, in qualche caso, addirittura trascurato. Ne sono un chiaro esempio le diverse interpretazioni proposte a partire dagli anni ’60 per la struttura e l’evolu- zione dell’Appennino umbro-marchigiano, zona che JACOBACCI conosceva bene per avervi condot- to numerosi studi di terreno ed aver coordinato i lavori di rilevamento durante la realizzazione dei primi fogli della Carta Geologia d’Italia in scala 1:50.000. In questa nota desidero ripercorrere le tappe principali delle conoscenze sulla struttura profonda di questo settore della catena appenni- nica, prendendo in esame alcuni lavori proposti fra la seconda metà degli anni 1960 ed i giorni nostri. Una rilettura in chiave critica dei modelli proposti da vari autori alla luce delle più moderne vedute sulla struttura profonda della catena mette in evidenza l’originalità e l’attualità del contributo e del pensiero di ALFREDO JACOBACCI.
2008
Tavarnelli, E. (2008). Alfredo Jacobacci, Professore all’Università di Siena - una riflessione sul suo contributo alla definizione della struttura profonda dell’Appennino umbro-marchigiano. MEMORIE DESCRITTIVE DELLA CARTA GEOLOGICA D'ITALIA, 77, 27-36.
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
memdes_77_tavarnelli.pdf

non disponibili

Descrizione: Articolo principale
Tipologia: PDF editoriale
Licenza: NON PUBBLICO - Accesso privato/ristretto
Dimensione 471.62 kB
Formato Adobe PDF
471.62 kB Adobe PDF   Visualizza/Apri   Richiedi una copia

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11365/1095502