Acque, strade e infrastrutture in Toscana, dalla reggenza a Pietro Leopoldo (1737-1790)

Lo scritto si sofferma sugli aspetti principali della politica lorenese in Toscana, a partire dalla fase del governo di Reggenza (1737-1765) e fino a tutto il periodo del granduca Pietro Leopoldo (1765-1790), nel settore territoriale: interventi alla rete idrografica e alle aree palustri, alla rete stradale e alle infrastrutture. La prima fase fu caratterizzata da un’attenta e capillare attività di conoscenza dello stato e dei suoi bisogni, con visite, inchieste e ricognizioni finalizzate a mettere a fuoco i problemi e le necessità e a studiare le possibili soluzioni. A partire dagli anni ’60 prese il via un imponente programma di bonifica statale dei tanti acquitrini che ancora costellavano le pianure della Toscana costiera ed interna, insieme con i provvedimenti liberistici all’insegna del libero commercio granario. Nel settore della viabilità, i Lorena furono grandi costruttori di moderne strade rotabili, concepite nella loro valenza militare ma soprattutto come autentici motori del progresso economico e civile; anche se gli interventi del potere centrale e periferico non si limitarono alle poche vie regie o nazionali ma considerarono anche tante strade minori, vie interne e di interesse locale. Altre tematiche territoriali ben considerate dal governo di Pietro Leopoldo furono quelle relative agli accordi di confinazione con tutti gli Stati circostanti finalizzate alla definizione della certezza dei confini. Altro settore di intervento fu la riforma comunitativa e provinciale, a partire dai nuovi regolamenti comunitativi dei primi anni ’70. Altro tema nodale della politica economica lorenese fu quello della grande mobilizzazione (mediante vendita o concessione livellaria) di fattorie, poderi e altri beni immobiliari di enti religiosi e assistenziali, confraternite e ordini cavallereschi.