Personalizzazione del risarcimento: non bastano gravi fratture e problemi di deambulazione

Con l’ordinanza resa il 19 luglio 2018, n. 19153, la Suprema Corte, ponendosi sulla scia del decalogo giurisprudenziale sul danno non patrimoniale, sottolinea che, ai fini della personalizzazione in aumento del pregiudizio del danno alla salute risultante dall’applicazione dei parametri tabellari, al danneggiato spetta dimostrare che la sua specifica situazione è in concreto connotata da maggiore gravità rispetto a quella in cui verserebbe una persona della stessa età colpita dalla medesima patologia. Il descritto regime vale altresì quando il danneggiato invochi un risarcimento più elevato in ragione di un peggioramento delle abitudini di vita.