Il problema della misurazione delle distanze nella ricerca archeologica

This paper presents an careful examination of the issue of the interpretation of the concept of distance in research processes aimed at the reconstruction of historical settlement patterns and historical landscapes. The text aims to stress how initial conjectures at a topological and geographical level, frequently adopted by many historical disciplines are erroneously considered as applicable. Direct observation of reality rather suggest that these spatial notions assumed as true are not only misleading but also false. From this perspective, this text aims to reexamine the new potentialities available by means of the application of GIS technologies in the field of the reconstruction of history of settlements. In the conclusive part it is remarked how the new methodologies if applied with an accurate and rigorous approach can offer useful elements to reconstruct and insights for the understanding of the spatial complexity of human settlement.

Questo articolo presenta un ampia riflessione sul problema dell’interpretazione del concetto di distanza all’interno di una ricerca tesa alla ricostruzione delle maglie di stanziamento e dei paesaggi storici. Il testo cerca di evidenziare come alcune congetture di partenza a livello topologico e geografico siano in molte discipline storiche erroneamente assunte come valide. L’osservazione diretta della realtà invece suggerisce che molte delle nozioni spaziali date per scontate siano non solo equivocate ma del tutto false. In questa ottica, il testo cerca di riformulare le nuove potenzialità che si possono raggiungere nell’applicazione delle tecnologie GIS nel campo della ricostruzione della storia degli insediamenti. In conclusione infatti viene sottolineato come i nuovi metodi, se applicati in modo rigoroso possono permettere di fornire elementi utili a ricomporre e approfondire alcuni aspetti della complessità spaziale dell’insediamento umano.