I muschi, grazie alla loro elevata efficienza nell’accumulo di particolato atmosferico, sono considerati degli ottimi biomonitor. Una tecnica oramai diffusa prevede l’esposizione del materiale all’interno di reticelle, formando le cosiddette “moss-bags”, che possono essere distribuite sul territorio secondo schemi espositivi ottimali. Tra i principali limiti di questa tecnica si ricorda che il muschio viene raccolto in natura, e ciò ha un certo impatto ambientale, mentre l’operazione di preparazione delle bags presenta aspetti “artigianali” che rappresentano un serio handicap per la sua diffusione. Per ovviare a questi problemi un team di ricercatori europei ha sviluppato il progetto FP7 MOSSCLONE, che ha tra gli obiettivi anche quelli di (1) individuare e caratterizzare un muschio particolarmente performante per clonarlo, coltivarlo in condizioni controllate, e quindi usarlo come materiale di uso standard, dopo un processo di devitalizzazione; (2) ottimizzare le moss-bags per forma, taglia, ampiezza delle maglie della rete di contenimento e quantità di muschio, proponendo un prototipo di nuova concezione da sottoporre a brevetto internazionale; (3) standardizzare le condizioni di esposizione, in termini di altezza e durata di esposizione; (4) confrontare i dati ottenuti con le moss-bags di nuova generazione con i dati ottenuti con i metodi chimicofisici tradizionali. In questa sede si presentano i risultati del primo anno e mezzo di attività, in particolare quelli relativi ai punti (2) e (3), basati sull’esposizione di più di 250 bags di vecchia e nuova generazione per periodi di diversa durata, da 3 a un massimo di 12 settimane, in sette siti campani con diverso uso del suolo; ciò in attesa di avere a disposizione i dati relativi ad altre esposizioni condotte in due regioni europee climaticamente molto diverse, la Galizia e l’Austria orientale. Viene inoltre illustrato in prima nazionale il nuovo prototipo.
Tretiach, M., Adamo, P., Bargagli, R., Capozzi, F., Di Palma, A., Iavazzo, P., et al. (2013). Aspetti metodologici del monitoraggio di inquinanti aerodiffusi persistenti mediante “MOSS-BAGS” di nuova generazione. In NOTIZIARIO DELLA SOCIETÀ LICHENOLOGICA ITALIANA (pp.24-24). Torino : Società lichenologica italiana.
Aspetti metodologici del monitoraggio di inquinanti aerodiffusi persistenti mediante “MOSS-BAGS” di nuova generazione
Bargagli, R.;
2013-01-01
Abstract
I muschi, grazie alla loro elevata efficienza nell’accumulo di particolato atmosferico, sono considerati degli ottimi biomonitor. Una tecnica oramai diffusa prevede l’esposizione del materiale all’interno di reticelle, formando le cosiddette “moss-bags”, che possono essere distribuite sul territorio secondo schemi espositivi ottimali. Tra i principali limiti di questa tecnica si ricorda che il muschio viene raccolto in natura, e ciò ha un certo impatto ambientale, mentre l’operazione di preparazione delle bags presenta aspetti “artigianali” che rappresentano un serio handicap per la sua diffusione. Per ovviare a questi problemi un team di ricercatori europei ha sviluppato il progetto FP7 MOSSCLONE, che ha tra gli obiettivi anche quelli di (1) individuare e caratterizzare un muschio particolarmente performante per clonarlo, coltivarlo in condizioni controllate, e quindi usarlo come materiale di uso standard, dopo un processo di devitalizzazione; (2) ottimizzare le moss-bags per forma, taglia, ampiezza delle maglie della rete di contenimento e quantità di muschio, proponendo un prototipo di nuova concezione da sottoporre a brevetto internazionale; (3) standardizzare le condizioni di esposizione, in termini di altezza e durata di esposizione; (4) confrontare i dati ottenuti con le moss-bags di nuova generazione con i dati ottenuti con i metodi chimicofisici tradizionali. In questa sede si presentano i risultati del primo anno e mezzo di attività, in particolare quelli relativi ai punti (2) e (3), basati sull’esposizione di più di 250 bags di vecchia e nuova generazione per periodi di diversa durata, da 3 a un massimo di 12 settimane, in sette siti campani con diverso uso del suolo; ciò in attesa di avere a disposizione i dati relativi ad altre esposizioni condotte in due regioni europee climaticamente molto diverse, la Galizia e l’Austria orientale. Viene inoltre illustrato in prima nazionale il nuovo prototipo.File | Dimensione | Formato | |
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