Premessa: Recenti acquisizioni hanno radicalmente modificato la conoscenza dell’epidemiologia e della storia naturale dell’infezione da HEV nei paesi occidentali. Storicamente considerata un’infezione rara e d’importazione, in realtà la sua diffusione, sostenuta da genotipi diversi e legata ad una zoonosi, è fortemente sottostimata, anche in relazione alla scarsa sensibilità dei test diagnostici utilizzati fino ad oggi. Il virus può determinare infezioni asintomatiche, epatiti acute e sorprendentemente anche forme di epatopatia cronica e manifestazioni extra-epatiche. Desta inoltre preoccupazione la diffusione del virus nei pazienti immunodepressi, con documentata possibilità di riattivazione. Obiettivo: Obiettivo del lavoro è stato quello di indagare la positività per IgG anti-HEV in una coorte di pazienti candidati a trapianto renale utilizzando due diversi kit commerciali. Risultati: Nello studio sono stati inclusi 44 pazienti consecutivi (M/F=29/15; età media 51,55 anni – range 26-70, 41/44 autoctoni) sottoposti a trapianto di rene presso l’U.O. di Chirurgia dei Trapianti dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese (Siena, Italia) nel periodo Marzo 2011-Dicembre 2012. Tutti i soggetti arruolati, eccetto 3, avevano effettuato trattamento emodialitico (media 40,54 mesi; range 5-197) prima della sostituzione dell’organo. In ogni paziente è stato raccolto un campione di sangue al momento del trapianto per determinare la presenza di IgG anti-HEV mediante test Dia.Pro HEV IgG EIA immunoassay ed Adaltis EIAgen HEV IgG Kit. Entrambe le metodiche utilizzano antigeni sintetici HEV specifici, codificanti per i determinanti conservativi e immunodominanti derivati da ORF-2 e ORF-3 di tutti e quattro i sottotipi (limite di sensibilità Dia.Pro 0.5 IU/ml, Adaltis 1 IU/ml). Il kit Adaltis ha evidenziato positività in 2/44 pazienti ed un valore dubbio in 1/44 pazienti, mentre utilizzando il saggio Dia.Pro, gli stessi 3 campioni (3/44; 6,81%) sono risultati tutti positivi per IgG anti HEV. I pazienti positivi (M/F=1/2), tutti italiani (età media 54,24 anni, range 56-68) e residenti nella provincia di Firenze, erano stati sottoposti ad emodialisi nei mesi antecedenti al trapianto, presentavano indici di funzionalità epatica nei limiti al momento dell’intervento e nessuno di essi ha sviluppato, nel corso dei successivi 6 mesi di follow up, un quadro di epatopatia. Conclusione: La nostra esperienza, per quanto limitata, sembra confermare l’inaspettata diffusione dell’infezione da HEV nella popolazione autoctona ed in particolare in una categoria di pazienti delicati come i candidati a trapianto d’organo solido. La mancanza di un protocollo di screening, in soggetti destinati a subire un’immunosoppressione, apre un punto critico meritevole di approfondimento per la documentata possibilità di riattivazione dell’infezione.
Puttini, C., Romanello, F., Cenerini, M., Bufo, N., Riccio, M.L., Carmellini, M., et al. (2013). SIEROPREVALENZA DI HEV IN UNA COORTE DI PAZIENTI CANDIDATI A TRAPIANTO RENALE. In 12° Congresso Nazionale SIMIT, Società Italiana Malattie Infettive e Medicina Tropicale.
SIEROPREVALENZA DI HEV IN UNA COORTE DI PAZIENTI CANDIDATI A TRAPIANTO RENALE
RICCIO, MARIA LETIZIA;CARMELLINI, MARIO;ZANELLI, GIACOMO
2013-01-01
Abstract
Premessa: Recenti acquisizioni hanno radicalmente modificato la conoscenza dell’epidemiologia e della storia naturale dell’infezione da HEV nei paesi occidentali. Storicamente considerata un’infezione rara e d’importazione, in realtà la sua diffusione, sostenuta da genotipi diversi e legata ad una zoonosi, è fortemente sottostimata, anche in relazione alla scarsa sensibilità dei test diagnostici utilizzati fino ad oggi. Il virus può determinare infezioni asintomatiche, epatiti acute e sorprendentemente anche forme di epatopatia cronica e manifestazioni extra-epatiche. Desta inoltre preoccupazione la diffusione del virus nei pazienti immunodepressi, con documentata possibilità di riattivazione. Obiettivo: Obiettivo del lavoro è stato quello di indagare la positività per IgG anti-HEV in una coorte di pazienti candidati a trapianto renale utilizzando due diversi kit commerciali. Risultati: Nello studio sono stati inclusi 44 pazienti consecutivi (M/F=29/15; età media 51,55 anni – range 26-70, 41/44 autoctoni) sottoposti a trapianto di rene presso l’U.O. di Chirurgia dei Trapianti dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese (Siena, Italia) nel periodo Marzo 2011-Dicembre 2012. Tutti i soggetti arruolati, eccetto 3, avevano effettuato trattamento emodialitico (media 40,54 mesi; range 5-197) prima della sostituzione dell’organo. In ogni paziente è stato raccolto un campione di sangue al momento del trapianto per determinare la presenza di IgG anti-HEV mediante test Dia.Pro HEV IgG EIA immunoassay ed Adaltis EIAgen HEV IgG Kit. Entrambe le metodiche utilizzano antigeni sintetici HEV specifici, codificanti per i determinanti conservativi e immunodominanti derivati da ORF-2 e ORF-3 di tutti e quattro i sottotipi (limite di sensibilità Dia.Pro 0.5 IU/ml, Adaltis 1 IU/ml). Il kit Adaltis ha evidenziato positività in 2/44 pazienti ed un valore dubbio in 1/44 pazienti, mentre utilizzando il saggio Dia.Pro, gli stessi 3 campioni (3/44; 6,81%) sono risultati tutti positivi per IgG anti HEV. I pazienti positivi (M/F=1/2), tutti italiani (età media 54,24 anni, range 56-68) e residenti nella provincia di Firenze, erano stati sottoposti ad emodialisi nei mesi antecedenti al trapianto, presentavano indici di funzionalità epatica nei limiti al momento dell’intervento e nessuno di essi ha sviluppato, nel corso dei successivi 6 mesi di follow up, un quadro di epatopatia. Conclusione: La nostra esperienza, per quanto limitata, sembra confermare l’inaspettata diffusione dell’infezione da HEV nella popolazione autoctona ed in particolare in una categoria di pazienti delicati come i candidati a trapianto d’organo solido. La mancanza di un protocollo di screening, in soggetti destinati a subire un’immunosoppressione, apre un punto critico meritevole di approfondimento per la documentata possibilità di riattivazione dell’infezione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/11365/749047
Attenzione
Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo