Introduzione La neurocisticercosi (NCC) è la più comune infezione elmintica del sistema nervoso centrale ed una delle principali cause di epilessia acquisita in paesi a risorse limitate. In Europa sono in aumento i casi d’importazione. Descriviamo un caso di NCC con localizzazione parenchimale ed intraventricolare in un paziente immigrato, trattato efficacemente con terapia medica. Caso Clinico. Il paziente di 64 anni, peruviano, in Italia da 6 anni, è giunto in pronto soccorso per crisi comiziale parziale. Non si rilevavano precedenti di nota nell’anamnesi. All’ingresso il paziente si presentava in discrete condizioni generali, l’esame obiettivo mostrava deficit del VII nervo cranico di sinistra. Le indagini neuroradiologiche (TC ed RMN encefalo) hanno documentato la presenza di numerose (>5) lesioni cerebrali (cistiche, nodulari e calcifiche) compatibili con NCC in diverse fasi evolutive (da segnalare anche la presenza di una cisti intraventricolare laterale sinistra). Esami ematochimici, EEG, fondo oculare, ECG, eco-addome erano nei limiti. Risultava positiva la sierologia per cisticercosi (IgG ,Western Blot), mentre erano negative quelle per per Toxoplasmosi, Tripanosoma cruzi, Strongyloides, Echinococco, HIV, HBV, HCV. L’esame coproparassitologico non mostrava la presenza di T. solium. Il neurochirugo non poneva indicazioni chirurgiche, consigliando terapia antiepilettica (Levetiracetam). Il paziente è stato sottoposto a trattamento antiparassitario (albendazolo per 30 giorni), inizialmente associato a steroide, con buona tolleranza e regressione del deficit neurologico focale. Il controllo RMN, dopo 2 mesi, mostrava riduzione volumetrica di gran parte delle lesioni cistiche, persistendo tuttavia edema perilesionale. Dopo ulteriore ciclo di trattamento antiparassitario (albendazolo 15 giorni + steroide), a distanza di 5 mesi dalla prima RMN, era evidente ulteriore riduzione dimensionale delle lesioni. Il paziente, asintomatico, è in follow-up ambulatoriale e prosegue terapia antiepilettica. Conclusione. La gestione clinica della NCC richiede un approccio multidisciplinare che include farmaci per il controllo della sintomatologia, antiinfiammatori, trattamento antiparassitario e talvolta chirurgia. Sebbene recenti tendenze indichino come trattamento di prima scelta delle cisti intraventricolari la rimozione per via neuroendoscopica, il caso descritto mostra comunque il miglioramento clinico e strumentale con terapia medica.
Vergori, A., Arrigucci, U., Zammarchi, L., Tordini, G., Cerase, A., Bartoloni, A., et al. (2013). NEUROCISTICERCOSI, UNA SFIDA TERAPEUTICA. In 7° Congresso SIMET, Società Italiana Medicina Tropicale.
NEUROCISTICERCOSI, UNA SFIDA TERAPEUTICA
TORDINI, GIACINTA;ZANELLI, GIACOMO
2013-01-01
Abstract
Introduzione La neurocisticercosi (NCC) è la più comune infezione elmintica del sistema nervoso centrale ed una delle principali cause di epilessia acquisita in paesi a risorse limitate. In Europa sono in aumento i casi d’importazione. Descriviamo un caso di NCC con localizzazione parenchimale ed intraventricolare in un paziente immigrato, trattato efficacemente con terapia medica. Caso Clinico. Il paziente di 64 anni, peruviano, in Italia da 6 anni, è giunto in pronto soccorso per crisi comiziale parziale. Non si rilevavano precedenti di nota nell’anamnesi. All’ingresso il paziente si presentava in discrete condizioni generali, l’esame obiettivo mostrava deficit del VII nervo cranico di sinistra. Le indagini neuroradiologiche (TC ed RMN encefalo) hanno documentato la presenza di numerose (>5) lesioni cerebrali (cistiche, nodulari e calcifiche) compatibili con NCC in diverse fasi evolutive (da segnalare anche la presenza di una cisti intraventricolare laterale sinistra). Esami ematochimici, EEG, fondo oculare, ECG, eco-addome erano nei limiti. Risultava positiva la sierologia per cisticercosi (IgG ,Western Blot), mentre erano negative quelle per per Toxoplasmosi, Tripanosoma cruzi, Strongyloides, Echinococco, HIV, HBV, HCV. L’esame coproparassitologico non mostrava la presenza di T. solium. Il neurochirugo non poneva indicazioni chirurgiche, consigliando terapia antiepilettica (Levetiracetam). Il paziente è stato sottoposto a trattamento antiparassitario (albendazolo per 30 giorni), inizialmente associato a steroide, con buona tolleranza e regressione del deficit neurologico focale. Il controllo RMN, dopo 2 mesi, mostrava riduzione volumetrica di gran parte delle lesioni cistiche, persistendo tuttavia edema perilesionale. Dopo ulteriore ciclo di trattamento antiparassitario (albendazolo 15 giorni + steroide), a distanza di 5 mesi dalla prima RMN, era evidente ulteriore riduzione dimensionale delle lesioni. Il paziente, asintomatico, è in follow-up ambulatoriale e prosegue terapia antiepilettica. Conclusione. La gestione clinica della NCC richiede un approccio multidisciplinare che include farmaci per il controllo della sintomatologia, antiinfiammatori, trattamento antiparassitario e talvolta chirurgia. Sebbene recenti tendenze indichino come trattamento di prima scelta delle cisti intraventricolari la rimozione per via neuroendoscopica, il caso descritto mostra comunque il miglioramento clinico e strumentale con terapia medica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/11365/749045
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