La ricerca riguarda lo studio di una deposito di ceramica romana relativo all’attività di una fornace attiva alla fine del I sec. a.C. Il lavoro è particolarmente complesso per l’elevato numero di reperti che compongono il deposito, nell’ordine di ca. 200.000 frammenti, cosa che ha impedito fino ad oggi uno studio sistematico. Trattandosi dello scarico del più importante produttore romano di terra sigillata italica, lo studio è fondamentale ed era attesa da anni dagli studiosi del settore. Il metodo di lavoro utilizzato è stato quello della classificazione e ricostruzione delle forme, allo scopo di fornire un quadro dei vasi in produzione in quella fornace in quel preciso periodo. La misurazione dei frammenti ha permesso di valutare le dimensioni dei vasi prodotti e di calcolare l’entità della produzione di questo centro. I risultati più significativi a cui si è arrivati sono la definizione dei tipi di vasi e di distanziatori prodotti, dei rapporti di numero tra le diverse forme e le tecniche di lavorazione utilizzate. I risultati, pur se generali in quanto pertinenti alla totalità del deposito, hanno permesso di presentare alla comunità scientifica un quadro abbastanza completo della produzione di questa fornace che, nonostante sia stata scavata più di sessant’anni fa, non era mai stata analizzata.
Sternini, M. (2014). 150.000 cocci per raccontare una storia: la fornace aretina di Cn. Ateius. In Rei Cretariae Romanae Fautorum Acta 43 (pp.475-484). Dr Rudolf Habelt GmbH:Am Buchenhang 1, D-53115 Bonn Germany:011 49 228 923830, EMAIL: info@habelt.de, Fax: 011 49 228 923836.
150.000 cocci per raccontare una storia: la fornace aretina di Cn. Ateius
STERNINI, MARA
2014-01-01
Abstract
La ricerca riguarda lo studio di una deposito di ceramica romana relativo all’attività di una fornace attiva alla fine del I sec. a.C. Il lavoro è particolarmente complesso per l’elevato numero di reperti che compongono il deposito, nell’ordine di ca. 200.000 frammenti, cosa che ha impedito fino ad oggi uno studio sistematico. Trattandosi dello scarico del più importante produttore romano di terra sigillata italica, lo studio è fondamentale ed era attesa da anni dagli studiosi del settore. Il metodo di lavoro utilizzato è stato quello della classificazione e ricostruzione delle forme, allo scopo di fornire un quadro dei vasi in produzione in quella fornace in quel preciso periodo. La misurazione dei frammenti ha permesso di valutare le dimensioni dei vasi prodotti e di calcolare l’entità della produzione di questo centro. I risultati più significativi a cui si è arrivati sono la definizione dei tipi di vasi e di distanziatori prodotti, dei rapporti di numero tra le diverse forme e le tecniche di lavorazione utilizzate. I risultati, pur se generali in quanto pertinenti alla totalità del deposito, hanno permesso di presentare alla comunità scientifica un quadro abbastanza completo della produzione di questa fornace che, nonostante sia stata scavata più di sessant’anni fa, non era mai stata analizzata.File | Dimensione | Formato | |
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