La Corte costituzionale e il decreto «salva-liste»

Prendendo spunto dall’ordinanza con cui la Corte negò l’istanza di sospensione del d.l. 5 marzo 2010 n. 29 (c.d. decreto salva-liste) - nel corso di un giudizio in via principale poi chiusosi con dichiarazione di manifesta inammissibilità a causa del combinato operare della mancata conversione del decreto e della contestuale sanatoria dello stesso - si procede ad una ricostruzione dei fatti e delle vicende processuali e istituzionali avvenuti prima e dopo la suddetta pronuncia, allo scopo di approfondire le cruciali questioni rimaste formalmente inevase: il tema relativo alla legittimità costituzionale di decreti legge incidenti sulle regole di un procedimento elettorale già in corso, gli esatti confini del riparto operato dall’art.122 in materia di elezioni regionali, la natura dei rinvii delle leggi elettorali regionali alla legge statale in subietta materia e la connessa questione relativa all’applicabilità del decreto salva liste nella Regione che aveva promosso il giudizio di legittimità costituzionale in via principale