A vent’anni dall’inizio delle ricerche (1984) è stato portato a termine l’attraversamento dell’intera serie del Riparo del Molare alla Masseta di Scario, sulla costa del Cilento. La sequenza insiste a tetto di due depositi marini, il più recente dei quali relativo alla trasgressione eutirreniana: segue il deposito continentale che, su uno spessore di 10 m, racchiude una ventina di livelli di insediamento del Paleolitico medio. Gli scavi hanno messo in luce, a vari livelli, due strutture di organizzazione dello spazio abitato e alcune aree di combustione non strutturate, di forma ovale e dimensioni contenute. Abbondanti i materiali litici e i resti di pasto raccolti. Risale al 1985 la scoperta, a metà della serie, di una mandibola neandertaliana relativa a un bambino di circa 4 anni. Gli studi sedimentologici e paleontologici, non ancora ultimati, ci permettono ora di datare tale reperto ad un momento interno allo stadio isotopico 5 piuttosto che attribuirlo, come suggerito precedentemente, agli inizi del 4. L’antichità del reperto trova conferma nei tratti metrici e morfometrici delle sue strutture e nel suo volume complessivo. I caratteri plesiomorfi e apomorfi, soprattutto, sono ben documentabili nonostante si tratti di una mandibola giovanile; essi rientrano nella tipologia del taxon dei neandertaliani quale ce la consegna il record fossile omologo di questa specie. Sul reperto sono in atto tentativi di indagini sul mtDNA.

Ronchitelli, A.M., Mallegni, F., Caramelli, D. (2005). La mandibola neandertaliana del Riparo del Molare di Scario (S. Giovanni a Piro-SA).. In Variabilità Umana e storia del popolamento in Italia. (pp.441-448). Edigrafital S.r.l..

La mandibola neandertaliana del Riparo del Molare di Scario (S. Giovanni a Piro-SA).

RONCHITELLI, ANNA MARIA;
2005-01-01

Abstract

A vent’anni dall’inizio delle ricerche (1984) è stato portato a termine l’attraversamento dell’intera serie del Riparo del Molare alla Masseta di Scario, sulla costa del Cilento. La sequenza insiste a tetto di due depositi marini, il più recente dei quali relativo alla trasgressione eutirreniana: segue il deposito continentale che, su uno spessore di 10 m, racchiude una ventina di livelli di insediamento del Paleolitico medio. Gli scavi hanno messo in luce, a vari livelli, due strutture di organizzazione dello spazio abitato e alcune aree di combustione non strutturate, di forma ovale e dimensioni contenute. Abbondanti i materiali litici e i resti di pasto raccolti. Risale al 1985 la scoperta, a metà della serie, di una mandibola neandertaliana relativa a un bambino di circa 4 anni. Gli studi sedimentologici e paleontologici, non ancora ultimati, ci permettono ora di datare tale reperto ad un momento interno allo stadio isotopico 5 piuttosto che attribuirlo, come suggerito precedentemente, agli inizi del 4. L’antichità del reperto trova conferma nei tratti metrici e morfometrici delle sue strutture e nel suo volume complessivo. I caratteri plesiomorfi e apomorfi, soprattutto, sono ben documentabili nonostante si tratti di una mandibola giovanile; essi rientrano nella tipologia del taxon dei neandertaliani quale ce la consegna il record fossile omologo di questa specie. Sul reperto sono in atto tentativi di indagini sul mtDNA.
2005
Ronchitelli, A.M., Mallegni, F., Caramelli, D. (2005). La mandibola neandertaliana del Riparo del Molare di Scario (S. Giovanni a Piro-SA).. In Variabilità Umana e storia del popolamento in Italia. (pp.441-448). Edigrafital S.r.l..
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