Nel volume di Pesole viene svolta un’analisi assai ampia e ben strutturata della giurisprudenza costituzionale in materia di conflitti che hanno visto coinvolti i giudici ordinari. La panoramica giurisprudenziale è stata, però, volutamente circoscritta ai conflitti che hanno visto coinvolti i giudici ordinari, rimane quindi la sensazione che l’A. non abbia cercato di individuare dei criteri, perché, come lei stessa sottolinea, è impossibile procedere in tal senso; semmai si riesce ad individuare solamente delle tendenze generali. Un criterio potrebbe ad esempio essere quello di verificare nella giurisprudenza costituzionale la tendenza a “giurisdizionalizzare” i conflitti, mediante un ampio uso della categoria della ragionevolezza. Così come un altro criterio utile ci pare quello suggerito da Veronesi che ha elaborato il concetto di sindacato esterno all’esercizio del potere. L’A. sembra, infine, ravvisare nel tentativo della Corte di creare, con riferimento ai conflitti, un processo costituzionale che non esiste almeno nella disciplina normativa una ricerca di filtri più selettivi al progressivo aumento delle iniziative dei giudici. Ci sembra peraltro più plausibile ravvisare nel comportamento della Corte il tentativo di elaborare una disciplina processuale anche in sede di giudizio sui conflitti al fine di assicurare una più ampia legittimazione dei suoi poteri.
Bindi, E. (2004). Recensione al volume di L. PESOLE, I giudici ordinari e gli altri poteri nella giurisprudenza sui conflitti. RIVISTA TRIMESTRALE DI DIRITTO PUBBLICO, 1, 232-237.
Recensione al volume di L. PESOLE, I giudici ordinari e gli altri poteri nella giurisprudenza sui conflitti
BINDI, ELENA
2004-01-01
Abstract
Nel volume di Pesole viene svolta un’analisi assai ampia e ben strutturata della giurisprudenza costituzionale in materia di conflitti che hanno visto coinvolti i giudici ordinari. La panoramica giurisprudenziale è stata, però, volutamente circoscritta ai conflitti che hanno visto coinvolti i giudici ordinari, rimane quindi la sensazione che l’A. non abbia cercato di individuare dei criteri, perché, come lei stessa sottolinea, è impossibile procedere in tal senso; semmai si riesce ad individuare solamente delle tendenze generali. Un criterio potrebbe ad esempio essere quello di verificare nella giurisprudenza costituzionale la tendenza a “giurisdizionalizzare” i conflitti, mediante un ampio uso della categoria della ragionevolezza. Così come un altro criterio utile ci pare quello suggerito da Veronesi che ha elaborato il concetto di sindacato esterno all’esercizio del potere. L’A. sembra, infine, ravvisare nel tentativo della Corte di creare, con riferimento ai conflitti, un processo costituzionale che non esiste almeno nella disciplina normativa una ricerca di filtri più selettivi al progressivo aumento delle iniziative dei giudici. Ci sembra peraltro più plausibile ravvisare nel comportamento della Corte il tentativo di elaborare una disciplina processuale anche in sede di giudizio sui conflitti al fine di assicurare una più ampia legittimazione dei suoi poteri.File | Dimensione | Formato | |
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