All’interno dell’esteso e stratificato percorso analitico di Edmund Husserl emerge una nozione di corporeità che affianca e oltrepassa la tradizionale idea cartesiana del corpo quale res extensa. La coscienza in quanto intenzionalità si rivela indissolubilmente intrecciata con la struttura del corpo e la fenomenologia classica coglie e descrive questa complessa relazione distinguendo fra Leib, il “corpo vivente”, il corpo che sono, e Körper, il “corpo-cosa”, il corpo che ho. Il corpo da primato, obiettivo delle strategie di fitness/wellness, è il corpo perfetto in quanto sano, bello, efficiente: un corpo plasmato con cura e mantenuto in forma. Ma il corpo che può essere osservato, curato, manipolato – il corpo a cui si dà una forma – fino a che punto coincide con il corpo proprio, il corpo che sono e per cui sono al mondo? Più esplicitamente, le pratiche di modificazione corporea esercitate perseguendo gli obiettivi della fitness e della wellness coinvolgono anche il peculiare statuto del Leib o intervengono solamente sul Körper? Se la corporeità, come mostra la fenomenologia, risulta strutturalmente coinvolta in tutte le specifiche operazioni della costituzione intenzionale di senso, analizzando le pratiche di fitness/wellness dovremmo infine tematizzare la paradossale costituzione di una corporeità ideale (corpo da primato) da parte di una corporeità originaria (primato del corpo) non riconducibile alla comune nozione di corpo. Che cos’è, allora, il corpo? È la fenomenologia a fornire gli strumenti per l’analisi e la comprensione della coscienza incarnata e ad aprire il sentiero per una nuova antropologia in cui il corpo, ormai sottratto alle tradizionali dicotomie soggetto/oggetto, spirito/materia, e − ovviamente − anima/corpo, assume il ruolo di nuovo “soggetto”, un soggetto per la cui adeguata descrizione non sono state ancora trovate le parole adatte.
Gonnella, S. (2007). Il corpo da primato e il primato del corpo. In L'odore della bellezza. Antropologia del fitness e del wellness (pp.255-261). MILANO : Editoriale Delfino.
Il corpo da primato e il primato del corpo
GONNELLA, STEFANO
2007-01-01
Abstract
All’interno dell’esteso e stratificato percorso analitico di Edmund Husserl emerge una nozione di corporeità che affianca e oltrepassa la tradizionale idea cartesiana del corpo quale res extensa. La coscienza in quanto intenzionalità si rivela indissolubilmente intrecciata con la struttura del corpo e la fenomenologia classica coglie e descrive questa complessa relazione distinguendo fra Leib, il “corpo vivente”, il corpo che sono, e Körper, il “corpo-cosa”, il corpo che ho. Il corpo da primato, obiettivo delle strategie di fitness/wellness, è il corpo perfetto in quanto sano, bello, efficiente: un corpo plasmato con cura e mantenuto in forma. Ma il corpo che può essere osservato, curato, manipolato – il corpo a cui si dà una forma – fino a che punto coincide con il corpo proprio, il corpo che sono e per cui sono al mondo? Più esplicitamente, le pratiche di modificazione corporea esercitate perseguendo gli obiettivi della fitness e della wellness coinvolgono anche il peculiare statuto del Leib o intervengono solamente sul Körper? Se la corporeità, come mostra la fenomenologia, risulta strutturalmente coinvolta in tutte le specifiche operazioni della costituzione intenzionale di senso, analizzando le pratiche di fitness/wellness dovremmo infine tematizzare la paradossale costituzione di una corporeità ideale (corpo da primato) da parte di una corporeità originaria (primato del corpo) non riconducibile alla comune nozione di corpo. Che cos’è, allora, il corpo? È la fenomenologia a fornire gli strumenti per l’analisi e la comprensione della coscienza incarnata e ad aprire il sentiero per una nuova antropologia in cui il corpo, ormai sottratto alle tradizionali dicotomie soggetto/oggetto, spirito/materia, e − ovviamente − anima/corpo, assume il ruolo di nuovo “soggetto”, un soggetto per la cui adeguata descrizione non sono state ancora trovate le parole adatte.File | Dimensione | Formato | |
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