This conference paper reconstructs and summarises the various aspects and stages of the plan to “save Byzantium in the West,” of which Aeneas Sylvius Piccolomini, Bessarion, and Thomas Palaeologus were protagonists, underscoring with particular attention the doctrinal and ideological implications. Thomas, sovereign in pectore of the New Byzantium to be founded on the Peloponnese once delivered from the Turks by the crusade called by Pius II at the Council of Mantua in 1459, brought the head of St. Andrew, missionary on the Peloponnese and patron of the Eastern Church, with him to Italy soon after – probably at Bessarion’s suggestion. The transfer of St. Andrew’s head was a solemn event, filled with symbolism and commemorated in important artistic commissions. The idea of a crusade against the Turks by the Western powers under the aegis of the papacy had been planned for the first time soon after the Council of Ferrara and Florence, Bessarion’s move to the unionist faction, and the subsequent, though virtual and realpolitiker, union of the churches. After the failure of the Varna Crusade, however, the pope continued to promote the plan to found a “New Byzantium” in Morea, based on the realistic political proposals laid down by Georgius Gemistus Pletho and the school of Mystras. The project was supported by a clan of pro-Byzantine signorie, related through the Malatesta to the Palaeologi, but the greater objective was the reunification of the First and Second Rome into one legal entity under the primary influence of the papacy. The expectations and the crucial political, ideological, and religious connections are to be found mirrored allegorically in Benozzo Gozzoli’s Cavalcata dei Magi and Piero della Francesca’s Flagellation. However, after Pius II’s announcement at Mantua, international support for his expedition against the Turks began to wane quickly and the plan reached its epilogue with the death of the pontiff, the staunchest supporter until his end in Ancona. Lost in the West, inheritance of the Byzantine imperial title passed to Russia, thanks to the marriage – orchestrated with Machiavellian skill by Bessarion – between the last Palaeologian princess, Zoe, and Ivan III (the Great) Vasilyevich of Moscow. The divine right of the basileia and the concomitant bequest of orthodoxy, manipulated for decades, came to be absorbed into the Empire of the Third Rome. Il contributo ricostruisce e riassume, sotto forma di relazione congressuale, i vari aspetti e momenti del piano di "salvataggio occidentale di Bisanzio", che ebbe per protagonisti Enea Silvio Piccolomini, Bessarione e Tommaso Paleologo, sottolineandone in particolare le implicazioni ideologiche e dottrinali. Tommaso, sovrano in pectore della Nuova Bisanzio che avrebbe dovuto costituirsi nel Peloponneso una volta liberato dai turchi grazie alla crociata indetta da Pio II al Concilio di Mantova del 1459, recò con sé poco dopo in Italia, dietro probabile suggerimento di Bessarione, la reliquia della testa di Sant'Andrea, evangelizzatore del Peloponneso e patrono della Chiesa d’Oriente. La traslazione del capo di Sant’Andra fu un evento solenne e carico di simbolismi, commemorato, fra l’altro, in importanti committenze artistiche. L'idea di una crociata antiturca delle potenze occidentali sotto l’egida del papato si era concretizzata per la prima volta poco dopo il concilio di Ferrara-Firenze, il passaggio di Bessarione all'ala unionista e la conseguente, ancorché virtuale e “realpolitica”, unione delle chiese. Dopo il fallimento, tuttavia, della Crociata di Varna, ad essere caldeggiato dal papa restò il progetto di fondazione di una “Nuova Bisanzio” in Morea, basato sulle realistiche proposte politiche elaborate da Giorgio Gemisto Pletone e dalla scuola a Mistrà. Il progetto era appoggiato da un clan di signorie filo-bizantine, imparentate attraverso i Malatesta con i Paleologhi, ma la sua posta più alta era la prospettiva di una riunificazione della Prima e della Seconda Roma in una sola entità giuridica dominata dal papa. Le aspettative e i cruciali intrecci politici, ideologici, religiosi di quest'epoca si rispecchiano, in maniera allegorica, nel Corteo dei Magi di Benozzo Gozzoli e nella Flagellazione di Piero della Francesca. Tuttavia, dopo l’annuncio di Pio II a Mantova, andarono rapidamente scemando le adesioni internazionali al suo piano di spedizione antiturca, che vide il suo epilogo con la morte del pontefice, fino all'ultimo suo strenuo sostenitore, ad Ancona. Persa all'Occidente, l'eredità giuridica del titolo imperiale di Bisanzio passò alla Russia, grazie al matrimonio – machiavellicamente orchestrato da Bessarione – tra l'ultima principessa paleologa, Zoe, e Ivan III Vasilevič di Mosca. L'ideologia della basileia di diritto divino e l'ortodossia, manipolata per decenni, vennero riassorbite nell’impero della Terza Roma.

Ronchey, S. (2007). Orthodoxy on Sale: the Last Byzantine, and the Lost Crusade. In Proceedings of the 21st International Congress in Byzantine Studies (pp.313-344). Ashgate.

Orthodoxy on Sale: the Last Byzantine, and the Lost Crusade

RONCHEY, SILVIA
2007-01-01

Abstract

This conference paper reconstructs and summarises the various aspects and stages of the plan to “save Byzantium in the West,” of which Aeneas Sylvius Piccolomini, Bessarion, and Thomas Palaeologus were protagonists, underscoring with particular attention the doctrinal and ideological implications. Thomas, sovereign in pectore of the New Byzantium to be founded on the Peloponnese once delivered from the Turks by the crusade called by Pius II at the Council of Mantua in 1459, brought the head of St. Andrew, missionary on the Peloponnese and patron of the Eastern Church, with him to Italy soon after – probably at Bessarion’s suggestion. The transfer of St. Andrew’s head was a solemn event, filled with symbolism and commemorated in important artistic commissions. The idea of a crusade against the Turks by the Western powers under the aegis of the papacy had been planned for the first time soon after the Council of Ferrara and Florence, Bessarion’s move to the unionist faction, and the subsequent, though virtual and realpolitiker, union of the churches. After the failure of the Varna Crusade, however, the pope continued to promote the plan to found a “New Byzantium” in Morea, based on the realistic political proposals laid down by Georgius Gemistus Pletho and the school of Mystras. The project was supported by a clan of pro-Byzantine signorie, related through the Malatesta to the Palaeologi, but the greater objective was the reunification of the First and Second Rome into one legal entity under the primary influence of the papacy. The expectations and the crucial political, ideological, and religious connections are to be found mirrored allegorically in Benozzo Gozzoli’s Cavalcata dei Magi and Piero della Francesca’s Flagellation. However, after Pius II’s announcement at Mantua, international support for his expedition against the Turks began to wane quickly and the plan reached its epilogue with the death of the pontiff, the staunchest supporter until his end in Ancona. Lost in the West, inheritance of the Byzantine imperial title passed to Russia, thanks to the marriage – orchestrated with Machiavellian skill by Bessarion – between the last Palaeologian princess, Zoe, and Ivan III (the Great) Vasilyevich of Moscow. The divine right of the basileia and the concomitant bequest of orthodoxy, manipulated for decades, came to be absorbed into the Empire of the Third Rome. Il contributo ricostruisce e riassume, sotto forma di relazione congressuale, i vari aspetti e momenti del piano di "salvataggio occidentale di Bisanzio", che ebbe per protagonisti Enea Silvio Piccolomini, Bessarione e Tommaso Paleologo, sottolineandone in particolare le implicazioni ideologiche e dottrinali. Tommaso, sovrano in pectore della Nuova Bisanzio che avrebbe dovuto costituirsi nel Peloponneso una volta liberato dai turchi grazie alla crociata indetta da Pio II al Concilio di Mantova del 1459, recò con sé poco dopo in Italia, dietro probabile suggerimento di Bessarione, la reliquia della testa di Sant'Andrea, evangelizzatore del Peloponneso e patrono della Chiesa d’Oriente. La traslazione del capo di Sant’Andra fu un evento solenne e carico di simbolismi, commemorato, fra l’altro, in importanti committenze artistiche. L'idea di una crociata antiturca delle potenze occidentali sotto l’egida del papato si era concretizzata per la prima volta poco dopo il concilio di Ferrara-Firenze, il passaggio di Bessarione all'ala unionista e la conseguente, ancorché virtuale e “realpolitica”, unione delle chiese. Dopo il fallimento, tuttavia, della Crociata di Varna, ad essere caldeggiato dal papa restò il progetto di fondazione di una “Nuova Bisanzio” in Morea, basato sulle realistiche proposte politiche elaborate da Giorgio Gemisto Pletone e dalla scuola a Mistrà. Il progetto era appoggiato da un clan di signorie filo-bizantine, imparentate attraverso i Malatesta con i Paleologhi, ma la sua posta più alta era la prospettiva di una riunificazione della Prima e della Seconda Roma in una sola entità giuridica dominata dal papa. Le aspettative e i cruciali intrecci politici, ideologici, religiosi di quest'epoca si rispecchiano, in maniera allegorica, nel Corteo dei Magi di Benozzo Gozzoli e nella Flagellazione di Piero della Francesca. Tuttavia, dopo l’annuncio di Pio II a Mantova, andarono rapidamente scemando le adesioni internazionali al suo piano di spedizione antiturca, che vide il suo epilogo con la morte del pontefice, fino all'ultimo suo strenuo sostenitore, ad Ancona. Persa all'Occidente, l'eredità giuridica del titolo imperiale di Bisanzio passò alla Russia, grazie al matrimonio – machiavellicamente orchestrato da Bessarione – tra l'ultima principessa paleologa, Zoe, e Ivan III Vasilevič di Mosca. L'ideologia della basileia di diritto divino e l'ortodossia, manipolata per decenni, vennero riassorbite nell’impero della Terza Roma.
2007
075465740X
Ronchey, S. (2007). Orthodoxy on Sale: the Last Byzantine, and the Lost Crusade. In Proceedings of the 21st International Congress in Byzantine Studies (pp.313-344). Ashgate.
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