La Rassegna Economica del Banco di Napoli, creata nel 1931, costituisce una delle riviste più prestigiose e di più antica fondazione tra le pubblicazioni edite da banche e altre istituzioni in Italia: a titolo di esempio, BNL Quarterly Review e Moneta e Credito della Banca Nazionale del Lavoro sono del 1946-1947, Review of Economic Conditions in Italy del Banco di Roma è del 1947, Bancaria dell’Associazione Bancaria Italiana è del 1949, e Rivista di Politica Economica di Confindustria è del 19112. Trattare della Rassegna è per questa ragione stimolante, ma oneroso. Innanzitutto perché la nostra relazione non è “sulla” Rassegna Economica, su cui hanno lavorato studiosi del calibro di Federico Caffè, Luigi de Rosa e Giuseppe Palomba, in occasione del 40° della rivista, ma resa ancor più impegnativa perché il tema assegnatoci è centrato sul ruolo di Epicarmo Corbino “nella” rivista. Questa valutazione è resa ancor più ardua perché la direzione Corbino è stata molto lunga, dal subentro a Giuseppe Di Nardi nel 1960 sino al 1984. Senza dimenticare la qualità di Corbino quale membro del Comitato Scientifico, dal momento della sua creazione nel 1956. La valutazione del ruolo del direttore scientifico di una rivista valica il confine del suo puro apporto culturale e scientifico, per cui scorrere le annate dà solo un livello epidermico di quello che è accaduto. Quanto emerge ex-post dai contributi pubblicati e dalle rubriche inerisce piuttosto agli aspetti istituzionali della rivista. Pertanto, è necessario aggiungere la conoscenza che deriva da: a) la distribuzione delle competenze e le procedure decisionali all'interno degli organi della rivista; b) le “carte” presenti presso la redazione e l’Ufficio Studi del Banco; c) la “memoria storica” degli studiosi che a diverso titolo hanno vissuto quella esperienza. Accanto alla figura del direttore scientifico della Rassegna economica (che emerge solo nel 1955-1956 con Giuseppe Di Nardi), sono da ricordare gli altri organi formali della rivista. Ci riferiamo a: a) il vice-direttore Giuseppe Palomba, certo autorevole e di peso; b) ai membri del Comitato Scientifico, creato nel 1956 e costituito da importanti figure della tradizione liberista: con Corbino, Del Vecchio, Demaria, Di Nardi, Jannaccone e Papi; c) ai componenti, “molto presenti” nelle scelte della rivista, del Comitato di Redazione (creato nel 1967, con Palomba, Luigi de Rosa, Fernando Ventriglia e Domenico Viggiani); e, last but not least d) al direttore responsabile della rivista e al direttore dell'Ufficio Studi del Banco, di cui la Rassegna ne costituiva una emanazione (vedi le figure di Gaetano Quarta, Fernando Santagata, Giuseppe Miraglia). Il legame tra rivista e Banco di Napoli non si limitava al rapporto con la direzione responsabile e dell'Ufficio Studi, in alcuni momenti riguardava anche la direzione generale o livelli comunque elevati della gerarchia del Banco: vedi il “periodo” del Direttore Generale Giuseppe Frignani e del direttore responsabile della rivista G. Quarta (1931-1942); la fase del DG Salvatore Guidotti con l’introduzione del Comitato di Redazione, con importanti competenze, e al suo interno alti funzionari del Banco (Viggiani e Ventriglia). Corbino è stato un uomo scomodo per la sua trasparenza nell’esprimere anche un dissenso rispetto agli orientamenti politici dominanti. Questo suo essere contro corrente e comunque il non nascondere la sua natura di uomo scomodo ha con ogni probabilità penalizzato progressivamente il suo ruolo all’interno della Rassegna. La rete istituzionale creata per la rivista tese a sostituirsi alla direzione scientifica e al comitato scientifico, depauperandone le concrete funzioni. Di contro Corbino ci sembra avesse maturato egli stesso un allontanamento dalla Rassegna continuando ad esprimere le proprie opinioni attraverso canali differenti. Del suo apporto alla Rassegna, si può dunque dire che vi è un primo periodo di sostanziale continuità con la linea di apertura iniziata da Di Nardi nella seconda metà degli anni ’50, denotata anche da un sostanziale equilibrio tra i settori scientifici teorico metodologici e quelli più legati all’analisi macroeconomica. Di contro, il ridimensionamento del ruolo della direzione scientifica, ci sembra porti con sé un ripiegamento della Rassegna alla dimensione del dibattito sull’economia locale.
DELLA TORRE, G., M. C., S. (2012). La Rassegna Economica del Banco di Napoli dalla fondazione alla direzione di Epicarmo Corbino, 1931-1984. In Epicarmo Corbino: docente, ministro e pubblicista. Frammenti di una figura complessa (pp.30-50). Franco Angeli.
La Rassegna Economica del Banco di Napoli dalla fondazione alla direzione di Epicarmo Corbino, 1931-1984
DELLA TORRE, GIUSEPPE;
2012-01-01
Abstract
La Rassegna Economica del Banco di Napoli, creata nel 1931, costituisce una delle riviste più prestigiose e di più antica fondazione tra le pubblicazioni edite da banche e altre istituzioni in Italia: a titolo di esempio, BNL Quarterly Review e Moneta e Credito della Banca Nazionale del Lavoro sono del 1946-1947, Review of Economic Conditions in Italy del Banco di Roma è del 1947, Bancaria dell’Associazione Bancaria Italiana è del 1949, e Rivista di Politica Economica di Confindustria è del 19112. Trattare della Rassegna è per questa ragione stimolante, ma oneroso. Innanzitutto perché la nostra relazione non è “sulla” Rassegna Economica, su cui hanno lavorato studiosi del calibro di Federico Caffè, Luigi de Rosa e Giuseppe Palomba, in occasione del 40° della rivista, ma resa ancor più impegnativa perché il tema assegnatoci è centrato sul ruolo di Epicarmo Corbino “nella” rivista. Questa valutazione è resa ancor più ardua perché la direzione Corbino è stata molto lunga, dal subentro a Giuseppe Di Nardi nel 1960 sino al 1984. Senza dimenticare la qualità di Corbino quale membro del Comitato Scientifico, dal momento della sua creazione nel 1956. La valutazione del ruolo del direttore scientifico di una rivista valica il confine del suo puro apporto culturale e scientifico, per cui scorrere le annate dà solo un livello epidermico di quello che è accaduto. Quanto emerge ex-post dai contributi pubblicati e dalle rubriche inerisce piuttosto agli aspetti istituzionali della rivista. Pertanto, è necessario aggiungere la conoscenza che deriva da: a) la distribuzione delle competenze e le procedure decisionali all'interno degli organi della rivista; b) le “carte” presenti presso la redazione e l’Ufficio Studi del Banco; c) la “memoria storica” degli studiosi che a diverso titolo hanno vissuto quella esperienza. Accanto alla figura del direttore scientifico della Rassegna economica (che emerge solo nel 1955-1956 con Giuseppe Di Nardi), sono da ricordare gli altri organi formali della rivista. Ci riferiamo a: a) il vice-direttore Giuseppe Palomba, certo autorevole e di peso; b) ai membri del Comitato Scientifico, creato nel 1956 e costituito da importanti figure della tradizione liberista: con Corbino, Del Vecchio, Demaria, Di Nardi, Jannaccone e Papi; c) ai componenti, “molto presenti” nelle scelte della rivista, del Comitato di Redazione (creato nel 1967, con Palomba, Luigi de Rosa, Fernando Ventriglia e Domenico Viggiani); e, last but not least d) al direttore responsabile della rivista e al direttore dell'Ufficio Studi del Banco, di cui la Rassegna ne costituiva una emanazione (vedi le figure di Gaetano Quarta, Fernando Santagata, Giuseppe Miraglia). Il legame tra rivista e Banco di Napoli non si limitava al rapporto con la direzione responsabile e dell'Ufficio Studi, in alcuni momenti riguardava anche la direzione generale o livelli comunque elevati della gerarchia del Banco: vedi il “periodo” del Direttore Generale Giuseppe Frignani e del direttore responsabile della rivista G. Quarta (1931-1942); la fase del DG Salvatore Guidotti con l’introduzione del Comitato di Redazione, con importanti competenze, e al suo interno alti funzionari del Banco (Viggiani e Ventriglia). Corbino è stato un uomo scomodo per la sua trasparenza nell’esprimere anche un dissenso rispetto agli orientamenti politici dominanti. Questo suo essere contro corrente e comunque il non nascondere la sua natura di uomo scomodo ha con ogni probabilità penalizzato progressivamente il suo ruolo all’interno della Rassegna. La rete istituzionale creata per la rivista tese a sostituirsi alla direzione scientifica e al comitato scientifico, depauperandone le concrete funzioni. Di contro Corbino ci sembra avesse maturato egli stesso un allontanamento dalla Rassegna continuando ad esprimere le proprie opinioni attraverso canali differenti. Del suo apporto alla Rassegna, si può dunque dire che vi è un primo periodo di sostanziale continuità con la linea di apertura iniziata da Di Nardi nella seconda metà degli anni ’50, denotata anche da un sostanziale equilibrio tra i settori scientifici teorico metodologici e quelli più legati all’analisi macroeconomica. Di contro, il ridimensionamento del ruolo della direzione scientifica, ci sembra porti con sé un ripiegamento della Rassegna alla dimensione del dibattito sull’economia locale.File | Dimensione | Formato | |
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