Fra le indagini condotte dalla storiografia storico-giuridica intorno alle opere dei primi glossatori, un particolarissimo rilievo, per alcune problematiche di natura filologica, è stato riservato alla Summula «Ad legem juliam maiestatis»: si tratta di un testo conservato nel solo manoscritto di Tubinga (Universitätsbibliothek, Mc14, ff. 73va-74rb), uno dei testimoni della cosiddetta Summa Tubingensis, vale a dire dell’opera, edita dal Palmieri, sotto il nome di Rogerio (ROGERII Summa Codicis, Bononiae 1888¹; Bononiae 1913²), ma che, com’è ormai noto, conserva l’incompleta Summa rogeriana (fino a IV.58), integrata con la Summa Codicis Trecensis (fino a IX.7), con gli ulteriori titoli fino al termine del Libro IX (da IX.8 a IX.43), e da due cosiddette “parti aggiunte” a IX.7 (= Summula «Ad legem juliam maiestatis», ed. Palmieri, Bononiae 1913², pp. 213-214, diversis caracteribus impressae) e a IX.39 (ed. Palmieri, cit., p. 226, diversis caracteribus impressa = Tractatus criminum, ed. Minnucci, Bologna 1997, tit. VI, ll. 103-218). La Summula è stata fatta oggetto di un dibattito sviluppatosi alla fine del XIX secolo tra il Fitting e il Patetta, le cui riflessioni sono state successivamente approfondite dal Kantorowicz e dal Gouron. Oggetto di discussione è stato, in particolare, il passaggio della Summula nel quale si rinvia ad una non meglio identificata "Constitutio Imperatoris Friderici" che dispone la confisca di tutti i beni dei rei di lesa maestà («Hodie tamen per Constitutionem Friderici indistincte publicantur»: ed. Palmieri, Bononiae 1913², p. 214, col. a, ll. 12-13). Mentre il Fitting contestava l’edizione Palmieri preferendo una lettura che prevedesse lo scioglimento della .f. di Friderici in fisco, e la sostituzione del lemma publicantur (scritto su rasura) con addicuntur, il Patetta, contraddicendo con argomentazioni stringenti a questa ipotesi, confermava la correttezza della trascrizione del Palmieri, ed ipotizzava che la Costituzione imperiale alla quale il testo faceva riferimento poteva essere individuata, ma con forti dubbi, nella Lex «Regalia». Successivamente, il Kantorowicz supponeva che la Summula «Ad legem juliam maiestatis» rinviasse ad un’altra costituzione federiciana («Quoniam divina»), mentre il Gouron, proprio sulla base di quest’ultima ipotesi, ascriveva la redazione dell’operetta ad un’epoca successiva al 1155, allorquando Federico era stato incoronato imperatore. Con questo studio si sciolgono i dubbi sollevati dalla storiografia e si dimostra che la Costituzione, citata nella Summula, è effettivamente costituita dalla Lex «Regalia», promulgata dal Barbarossa a Roncaglia nel novembre 1158. Ne deriva che la Summula «Ad legem juliam maiestatis», fino ad oggi genericamente datata dopo il 1155, è stata sicuramente redatta in una data successiva alla celebrazione della Dieta (post novembre 1158). Inoltre, una lettura approfondita della Lex «Regalia» consente di poter affermare che, per la sua redazione, sono state utilizzate due fonti delle quali la letteratura non aveva mai dato notizia. Si tratta delle Authenticae Codicis «Incestas nuptias» (Auth. post Cod. 5.5.6 = Coll. II.6 [Nov. 12.1]) e «Bona damnatorum seu proscriptorum» (Auth. post Cod. 9.49.10 = Coll. IX.9 [Nov. 134.13]) le cui parti iniziali sono state inserite nel corpo della costituzione federiciana (Regalia sunt... bona contrahentium incestas nuptias et dampnatorum et proscriptorum, secundum quod in novis constitutionibus cavetur). Per la sua redazione i giuristi presenti a Roncaglia si erano quindi serviti di un manoscritto del Codice giustinianeo nel quale erano già stati annotati i testi delle due authenticae, e siccome di esse non si trova traccia fra le authenticae Codicis irneriane, si può supporre che siano state inserite a margine delle norme del Codice giustinianeo in un periodo precedente ma, comunque, non troppo distante dalla celebrazione della Dieta di Roncaglia del 1158.

Minnucci, G. (2007). La dieta di Roncaglia (1158), la "Lex Regalia" di Federico Barbarossa e la "Summula Ad legem juliam maiestatis". In Gli inizi del diritto pubblico. L'età di Federico Barbarossa: legislazione e scienza del diritto - Die Anfange des offentlichen Rechts. Gesetzgebung im Zeitalter Friedrich Barbarossas und das Gelehrte Recht (pp.179-196). Bologna, Berlino : Il Mulino, Duncker e Humblot.

La dieta di Roncaglia (1158), la "Lex Regalia" di Federico Barbarossa e la "Summula Ad legem juliam maiestatis"

MINNUCCI, GIOVANNI
2007-01-01

Abstract

Fra le indagini condotte dalla storiografia storico-giuridica intorno alle opere dei primi glossatori, un particolarissimo rilievo, per alcune problematiche di natura filologica, è stato riservato alla Summula «Ad legem juliam maiestatis»: si tratta di un testo conservato nel solo manoscritto di Tubinga (Universitätsbibliothek, Mc14, ff. 73va-74rb), uno dei testimoni della cosiddetta Summa Tubingensis, vale a dire dell’opera, edita dal Palmieri, sotto il nome di Rogerio (ROGERII Summa Codicis, Bononiae 1888¹; Bononiae 1913²), ma che, com’è ormai noto, conserva l’incompleta Summa rogeriana (fino a IV.58), integrata con la Summa Codicis Trecensis (fino a IX.7), con gli ulteriori titoli fino al termine del Libro IX (da IX.8 a IX.43), e da due cosiddette “parti aggiunte” a IX.7 (= Summula «Ad legem juliam maiestatis», ed. Palmieri, Bononiae 1913², pp. 213-214, diversis caracteribus impressae) e a IX.39 (ed. Palmieri, cit., p. 226, diversis caracteribus impressa = Tractatus criminum, ed. Minnucci, Bologna 1997, tit. VI, ll. 103-218). La Summula è stata fatta oggetto di un dibattito sviluppatosi alla fine del XIX secolo tra il Fitting e il Patetta, le cui riflessioni sono state successivamente approfondite dal Kantorowicz e dal Gouron. Oggetto di discussione è stato, in particolare, il passaggio della Summula nel quale si rinvia ad una non meglio identificata "Constitutio Imperatoris Friderici" che dispone la confisca di tutti i beni dei rei di lesa maestà («Hodie tamen per Constitutionem Friderici indistincte publicantur»: ed. Palmieri, Bononiae 1913², p. 214, col. a, ll. 12-13). Mentre il Fitting contestava l’edizione Palmieri preferendo una lettura che prevedesse lo scioglimento della .f. di Friderici in fisco, e la sostituzione del lemma publicantur (scritto su rasura) con addicuntur, il Patetta, contraddicendo con argomentazioni stringenti a questa ipotesi, confermava la correttezza della trascrizione del Palmieri, ed ipotizzava che la Costituzione imperiale alla quale il testo faceva riferimento poteva essere individuata, ma con forti dubbi, nella Lex «Regalia». Successivamente, il Kantorowicz supponeva che la Summula «Ad legem juliam maiestatis» rinviasse ad un’altra costituzione federiciana («Quoniam divina»), mentre il Gouron, proprio sulla base di quest’ultima ipotesi, ascriveva la redazione dell’operetta ad un’epoca successiva al 1155, allorquando Federico era stato incoronato imperatore. Con questo studio si sciolgono i dubbi sollevati dalla storiografia e si dimostra che la Costituzione, citata nella Summula, è effettivamente costituita dalla Lex «Regalia», promulgata dal Barbarossa a Roncaglia nel novembre 1158. Ne deriva che la Summula «Ad legem juliam maiestatis», fino ad oggi genericamente datata dopo il 1155, è stata sicuramente redatta in una data successiva alla celebrazione della Dieta (post novembre 1158). Inoltre, una lettura approfondita della Lex «Regalia» consente di poter affermare che, per la sua redazione, sono state utilizzate due fonti delle quali la letteratura non aveva mai dato notizia. Si tratta delle Authenticae Codicis «Incestas nuptias» (Auth. post Cod. 5.5.6 = Coll. II.6 [Nov. 12.1]) e «Bona damnatorum seu proscriptorum» (Auth. post Cod. 9.49.10 = Coll. IX.9 [Nov. 134.13]) le cui parti iniziali sono state inserite nel corpo della costituzione federiciana (Regalia sunt... bona contrahentium incestas nuptias et dampnatorum et proscriptorum, secundum quod in novis constitutionibus cavetur). Per la sua redazione i giuristi presenti a Roncaglia si erano quindi serviti di un manoscritto del Codice giustinianeo nel quale erano già stati annotati i testi delle due authenticae, e siccome di esse non si trova traccia fra le authenticae Codicis irneriane, si può supporre che siano state inserite a margine delle norme del Codice giustinianeo in un periodo precedente ma, comunque, non troppo distante dalla celebrazione della Dieta di Roncaglia del 1158.
2007
9783428130412
9788815131287
Minnucci, G. (2007). La dieta di Roncaglia (1158), la "Lex Regalia" di Federico Barbarossa e la "Summula Ad legem juliam maiestatis". In Gli inizi del diritto pubblico. L'età di Federico Barbarossa: legislazione e scienza del diritto - Die Anfange des offentlichen Rechts. Gesetzgebung im Zeitalter Friedrich Barbarossas und das Gelehrte Recht (pp.179-196). Bologna, Berlino : Il Mulino, Duncker e Humblot.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11365/17425