Il Capitolo considera il fenomeno dell’interazione sociale come ambito significativo dell’esperienza soggettiva, nel suo dispiegarsi tra dimensione privata e dimensione pubblica, e l’utilità di indagare su aspetti a prima vista normali e apparentemente scontati dei comportamenti sociali. La riflessione vuol sottolineare quel proficuo legame tra realtà sociale e teoria sociale quotidiana - già a suo tempo individuato da Gouldner - che permette, attraverso lo studio delle specifiche forme di interazione, anche di quelle più insignificanti, di investigare in una delle aree più feconde per l’analisi e la ricerca sociologica: è l’analisi della vita quotidiana, ovvero della vita di tutti i giorni. Indagando sull’interazione nella vita quotidiana possiamo far luce sui sistemi e sulle istituzioni sociali di più ampie dimensioni: tutti i grandi sistemi sociali dipendono dai modelli di interazione adottati nella quotidianità. E’ sulla base di tale impostazione che nel capitolo vengono ripercorsi i principali contributi degli autori che più di altri hanno adottato un’ottica microsociologica nella considerazione della realtà sociale. Il punto di vista prescelto costituisce l’occasione per affrontare teoricamente, ma anche con un’attenzione empiricamente collocata, una problematica di grande interesse e attualità, quella dei luoghi pubblici e dei luoghi privati nei quali si svolge la quotidianità. L’analisi di fenomeni a prima vista banali perché legati essenzialmente alla dimensione della routine quotidiana, particolarmente ma non esclusivamente connessi con la fruizione del tempo libero come l’azione comune e frequente dell’andare a pranzo fuori - intendendo generalmente, con questa pratica, varie attività di loisir svolte all’interno di locali “alla moda” - ha permesso di interrogarsi su aspetti che apparentemente non sembrerebbero degni di nota né tanto meno sociologicamente rilevanti. Ad esempio, la 'scoperta' di una nostra condotta "incivile" all’interno di un ristorante, così intesa perché l’attore sociale non esprime, come a prima vista potrebbe sembrare, un atto autentico e creativo ma anzi al contrario, abdica alla sua libertà e tende a ricalcare modelli di comportamento precostituiti e accettati socialmente, dando vita ad una socialità artificiale, pare ribaltare l’idea di una frequentazione dei ristoranti e, in genere, dei luoghi pubblici perché luoghi adatti all’emergere dell’espressività individuale e della libera interazione. Si tratta di aspetti quanto mai rilevanti che tendono a conferire maggior consapevolezza alle azioni più ordinarie e ‘mondane’ compiute dall’attore sociale.

Bianchi, F. (2009). “L’interazione sociale nella vita quotidiana: socievolezza o conformismo nelle pratiche di loisir?". In Teorie sociologiche alla prova (pp. 205-237). FIRENZE : Florence University Press.

“L’interazione sociale nella vita quotidiana: socievolezza o conformismo nelle pratiche di loisir?"

BIANCHI, FRANCESCA
2009-01-01

Abstract

Il Capitolo considera il fenomeno dell’interazione sociale come ambito significativo dell’esperienza soggettiva, nel suo dispiegarsi tra dimensione privata e dimensione pubblica, e l’utilità di indagare su aspetti a prima vista normali e apparentemente scontati dei comportamenti sociali. La riflessione vuol sottolineare quel proficuo legame tra realtà sociale e teoria sociale quotidiana - già a suo tempo individuato da Gouldner - che permette, attraverso lo studio delle specifiche forme di interazione, anche di quelle più insignificanti, di investigare in una delle aree più feconde per l’analisi e la ricerca sociologica: è l’analisi della vita quotidiana, ovvero della vita di tutti i giorni. Indagando sull’interazione nella vita quotidiana possiamo far luce sui sistemi e sulle istituzioni sociali di più ampie dimensioni: tutti i grandi sistemi sociali dipendono dai modelli di interazione adottati nella quotidianità. E’ sulla base di tale impostazione che nel capitolo vengono ripercorsi i principali contributi degli autori che più di altri hanno adottato un’ottica microsociologica nella considerazione della realtà sociale. Il punto di vista prescelto costituisce l’occasione per affrontare teoricamente, ma anche con un’attenzione empiricamente collocata, una problematica di grande interesse e attualità, quella dei luoghi pubblici e dei luoghi privati nei quali si svolge la quotidianità. L’analisi di fenomeni a prima vista banali perché legati essenzialmente alla dimensione della routine quotidiana, particolarmente ma non esclusivamente connessi con la fruizione del tempo libero come l’azione comune e frequente dell’andare a pranzo fuori - intendendo generalmente, con questa pratica, varie attività di loisir svolte all’interno di locali “alla moda” - ha permesso di interrogarsi su aspetti che apparentemente non sembrerebbero degni di nota né tanto meno sociologicamente rilevanti. Ad esempio, la 'scoperta' di una nostra condotta "incivile" all’interno di un ristorante, così intesa perché l’attore sociale non esprime, come a prima vista potrebbe sembrare, un atto autentico e creativo ma anzi al contrario, abdica alla sua libertà e tende a ricalcare modelli di comportamento precostituiti e accettati socialmente, dando vita ad una socialità artificiale, pare ribaltare l’idea di una frequentazione dei ristoranti e, in genere, dei luoghi pubblici perché luoghi adatti all’emergere dell’espressività individuale e della libera interazione. Si tratta di aspetti quanto mai rilevanti che tendono a conferire maggior consapevolezza alle azioni più ordinarie e ‘mondane’ compiute dall’attore sociale.
2009
9788864530420
Bianchi, F. (2009). “L’interazione sociale nella vita quotidiana: socievolezza o conformismo nelle pratiche di loisir?". In Teorie sociologiche alla prova (pp. 205-237). FIRENZE : Florence University Press.
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