Il saggio propone una riflessione, a partire dalla considerazione di alcune tipiche categorie simmeliane, sulla realtà contemporanea. Come è noto, la modernità costituisce per Georg Simmel l’epoca del fortuito, del contingente, del transitorio. Anche in seguito allo sviluppo dell’economia monetaria, le interazioni sociali diventano più distaccate: si crea un’invisibile distanza funzionale tra gli individui che costituisce una protezione interna e una compensazione nei confronti di ogni eccessiva vicinanza ed attrito nella vita civile. La civiltà del denaro, tuttavia, tende a sviluppare atteggiamenti fortemente ambivalenti che finiscono per denotare veri e propri tipi sociali tra cui ad esempio il "cinico" e il "blasé". Si intende delineare, nel capitolo, i tratti principali di tali tipi sociali riflettendo sulla possibilità che essi siano ancora oggi rintracciabili nella realtà attuale. Da questo punto di vista, i contesti urbani dovrebbero essere considerati come luoghi dove si realizzano non solo transazioni economiche e finanziarie ma si ritiene piuttosto che agiscano come ambiti dove i desideri, i linguaggi, la memoria giocano un ruolo tutt’altro che secondario. Essi non costituiscono solo scenari dove si scambiano esclusivamente merci, ma anche parole, ricordi ed emozioni. Le città sembrano allora rappresentare un frame dove gli individui intrattengono relazioni, sviluppano pratiche, insomma realizzano esperienze; dove si sperimentano situazioni variegate, spesso spontaneistiche o anarchiche ma comunque radicate nelle tradizioni locali. Se il dibattito sociologico è finora apparso più focalizzato sul riconoscimento dell’inesorabile affermarsi delle leggi dell’omologazione e standardizzazione delle pratiche urbane, sarebbe invece necessario considerare i contesti sociali come ambiti in cui sono compresenti identità contrastanti che non possono che determinare pratiche sociali di grande eterogeneità e cercare di cogliere, attraverso il lavoro sul campo, le molte nuove caratteristiche della realtà contemporanea. In questa direzione, dobbiamo allora domandarci quali esperienze e pratiche siano individuabili all’interno dei nostri scenari, quali gli spazi di interazione e quali gli attori sociali protagonisti.

Bianchi, F. (2010). “Tra flânerie e atteggiamento blasè: quali spazi per l’attore sociale?”. In "Simmel e la cultura moderna" - Interpretare i fenomeni sociali (Volume Secondo) (pp. 105-122). PERUGIA : Morlacchi.

“Tra flânerie e atteggiamento blasè: quali spazi per l’attore sociale?”

BIANCHI, FRANCESCA
2010-01-01

Abstract

Il saggio propone una riflessione, a partire dalla considerazione di alcune tipiche categorie simmeliane, sulla realtà contemporanea. Come è noto, la modernità costituisce per Georg Simmel l’epoca del fortuito, del contingente, del transitorio. Anche in seguito allo sviluppo dell’economia monetaria, le interazioni sociali diventano più distaccate: si crea un’invisibile distanza funzionale tra gli individui che costituisce una protezione interna e una compensazione nei confronti di ogni eccessiva vicinanza ed attrito nella vita civile. La civiltà del denaro, tuttavia, tende a sviluppare atteggiamenti fortemente ambivalenti che finiscono per denotare veri e propri tipi sociali tra cui ad esempio il "cinico" e il "blasé". Si intende delineare, nel capitolo, i tratti principali di tali tipi sociali riflettendo sulla possibilità che essi siano ancora oggi rintracciabili nella realtà attuale. Da questo punto di vista, i contesti urbani dovrebbero essere considerati come luoghi dove si realizzano non solo transazioni economiche e finanziarie ma si ritiene piuttosto che agiscano come ambiti dove i desideri, i linguaggi, la memoria giocano un ruolo tutt’altro che secondario. Essi non costituiscono solo scenari dove si scambiano esclusivamente merci, ma anche parole, ricordi ed emozioni. Le città sembrano allora rappresentare un frame dove gli individui intrattengono relazioni, sviluppano pratiche, insomma realizzano esperienze; dove si sperimentano situazioni variegate, spesso spontaneistiche o anarchiche ma comunque radicate nelle tradizioni locali. Se il dibattito sociologico è finora apparso più focalizzato sul riconoscimento dell’inesorabile affermarsi delle leggi dell’omologazione e standardizzazione delle pratiche urbane, sarebbe invece necessario considerare i contesti sociali come ambiti in cui sono compresenti identità contrastanti che non possono che determinare pratiche sociali di grande eterogeneità e cercare di cogliere, attraverso il lavoro sul campo, le molte nuove caratteristiche della realtà contemporanea. In questa direzione, dobbiamo allora domandarci quali esperienze e pratiche siano individuabili all’interno dei nostri scenari, quali gli spazi di interazione e quali gli attori sociali protagonisti.
2010
9788860743374
Bianchi, F. (2010). “Tra flânerie e atteggiamento blasè: quali spazi per l’attore sociale?”. In "Simmel e la cultura moderna" - Interpretare i fenomeni sociali (Volume Secondo) (pp. 105-122). PERUGIA : Morlacchi.
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